- Che gusto c'è a discutere? Nessuno persuade mai un altro.
- Sì è vero. Spesso si discute con calore senza capire quel che l'avversario dice.
Levin aveva spesso osservato nelle discussioni fra le persone più intelligenti che dopo enormi sforzi, un'enorme quantità di sottigliezze logiche e di parole gli interlocutori giungevano infine alla consapevolezza del fatto che quel che avevano cercato di dimostrarsi a vicenda era loro noto da lungo tempo, dall'inizio della discussione, ma che piacevano loro cose diverse, ragione per cui non volevano citare quel che piaceva loro per non essere contraddetti. Aveva spesso sperimentato che a volte, nel corso di una discussione, capisci quel che piace all'avversario, e d'un tratto piace anche a te la medesima cosa e immediatamente ti trovi d'accordo, nel mentre tutti gli argomenti cadono, quasi fossero inutili; di tanto in tanto aveva sperimentato il contrario: dichiari finalmente quel che ti piace e a tal fine elabori le tue argomentazioni, e se capita che tu esponga il tutto bene e sinceramente, all'improvviso l'avversario concorda e smette di discutere. Proprio questo egli voleva dire.
Ella corrugò la fronte, cercando di capire. Ma non appena egli cominciò a spiegare, ella aveva già capito.
- Capisco: bisogna sapere per cosa egli discute, che cosa gli piace, allora diventa possibile...
Ella aveva pienamente intuito e manifestato il suo pensiero mal espresso.
dal libro "Anna Karenina" di Lev Nikolaevic Tolstoj
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