Bravo Vincenzo. Premesso che più che di equazione parlerei di disequazione tra ira e felicità (il lupo pedante non perde mai il suo vizio) :) , c'è da dire che l'opposto dell'essere arrabbiati non è l'essere felici; ma, molto più semplicemente (e prosaicamente), il NON essere arrabbiati. Il depresso infatti è di solito infelice anche se NON arrabbiato; mentre tanti, per converso, sono felicissimi di arrabbiarsi, ad esempio quando ne dicono quattro a gente che subivano e mal sopportavano da tempo. Ne deriva che un minuto di ira non fa perdere un minuto di felicità, ma nulla di più che un minuto di non-ira. :) Col che resta dimostrato che le idee (e in genere le cose umane, poesie e filosofie comprese) non sono valide o meno a seconda della loro paternità. ad onta dell' "ipse dixit" di pitagorica memoria, cui purtroppo molti, anche ai tempi d'oggi, prestano cieca ed irriflessiva fede. Ed è questo, mi pare, il vero succo che può trarsi da questo aforisma (voto 8,63 su 111 voti), che giustamente definisci "sciocchezza". Non so se lo abbia scritto Einstein; ma se anche scritto lo avesse, non sarà certo stata l'unica sciocchezza che avrà detto o scritto nella sua vita. Capita a tutti, prima o poi... (N.B.: ogni riferimento al baffone è puramente casuale). ;)
G. Cristadoro . Grazie per la solidarietà . E comunque io penso che : si nasce con una certa predisposizione all'arrabbiatura . col tempo e gli anni poi , si può imparare a moderarsi .... ma non troppo ..
cordiali saluti
Sì, l'equazione avrebbe quanto meno bisogno di qualche fattore correttivo.
L'arrabbiatura è un sentimento umano. E ciò è lapalissiano. Se ne fossimo esenti non saremmo umani.
Spesso trattasi della naturale conseguenza di un'analisi lucida della realtà, cosa che, quasi certamente, coloro che l'hanno ingenerata nel malcapitato hanno omesso di fare.
Per cui la mia solidarietà al popolo degli arrabbiati (purché lo siano a ragion veduta).
Commenti