Ginny guardo Harry negli occhi e trasse un respiro e disse: "Buon Compleanno".
"Si... Grazie".
Continuava a guardarlo dritto negli occhi, lui invece non ci riusciva; era come fissare una luce abbagliante.
Bella vista" mormorò debolmente, indicando la finestra. Lei lo ignorò. Non poteva biasimarla.
"Non sapevo cosa regalarti".
"Non dovevi regalarmi niente".
Lei ignorò anche questo.
"Non sapevo cosa ti sarebbe servito. Niente di troppo grande, perché non puoi portarlo con te".
Harry azzardò un'occhiata. Non piangeva; era una delle cose meravigliose di Ginny: piangeva molto di rado. Avere sei fratelli doveva averla temprata.
Lei fece un passo verso di lui.
"Quindi ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai, nel caso incontrassi quelche Veela mentre sei in giro a fare quello che fai".
"Le possibilità di uscire con delle ragazze saranno abbastanza scarse, a essere sincero".
"È proprio quello che speravo" sussurrò lei, e lo baciò come no l'aveva mai baciato prima. Harry rispose il bacio, e fu beato oblio, meglio del Whisky Incendiario; era la sola cosa auntentica del mondo: Ginny, sentirla lì, tenerle una mano sulla schiena e l'altra affondata nei lunghi capelli profumati...
dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
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