Scritta da: Kent
in Frasi & Aforismi (Libri)
Se davanti a Dio desiderare la morte è peccato, odiare la vita non è forse altrettanto grave?
dal libro "Una sola pagina bianca" di Silvana Uber
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Se davanti a Dio desiderare la morte è peccato, odiare la vita non è forse altrettanto grave?
Gli ci volle qualche minuto per ricordarsi chi e cosa era, ché riemergere da sé stessi è tanto più difficile quanto più si è profondi.
Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola. Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona.
Se in una libreria non riesci a fare a meno di comprare un libro stai cedendo alla più nobile delle lusinghe per la tua anima.
È vero che la capra mi ha mangiato i libri
ma io ho mangiato la capra.
Ho creduto a lei come si crede a un sogno. Quando è svanito sono scomparso con lui.
Oggi le ho parlato. Per tutto il tempo, qualcosa dentro di me mi diceva che forse coltivavo un'illusione. Che lei era un rifugio, un modo di rassicurarsi, dal momento che, volendo raggiungere l'inaccessibile, non si corrono rischi.
Oggi le ho parlato. Per tutto il tempo, qualcosa dentro di me mi diceva che forse coltivavo un'illusione. Che lei era un rifugio, un modo di rassicurarsi, dal momento che, volendo raggiungere l'inaccessibile, non si corrono rischi.
"Dovrò comportarmi bene, se non voglio farmi fulminare di nuovo dai tuoi occhioni".
Cassie sorrise. Avrebbe voluto prendere la mano di Nick ma non lo fece, d'ora in avanti avrebbe dovuto farcela da sola.
Passione, pensò e le venne in mente la candela rossa di Faye. E lo baciò.
Non aveva mai baciato veramente qualcuno a parte Adam, ma pensava di saperlo fare abbastanza bene. La bocca di Nick era calda e le piaceva. Si accorse che era rimasto sbalordito dal suo gesto e nello stesso istante sentì che la sorpresa veniva spazzata via da qualcosa di più profondo, più dolce. Le restituì il suo bacio. Cassie baciava per non pensare. I baci erano perfetti per non pensare. Suzan era completamente fuori strada riguardo a Nick. Non era un'iguana. Piccole lingue di fuoco le scorrevano sotto la pelle, trasmettendole un formicolio alle mani. Sentì il calore espandersi per tutto il corpo. Alla fine si staccarono. Cassie alzò gli occhi verso di lui, le dita ancora intrecciate alle sue. "Scusa" disse tremante. "Ero solo spaventata". "Ricordami di spaventarti più spesso", disse Nick.