Scritta da: Silvana Stremiz
in Frasi & Aforismi (Libri)
Abbiate fiducia nella vita, mille volte fiducia.
Cacciate la disperazione e allontanerete da voi la morte.
L'Inferno non dura in eterno...
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Abbiate fiducia nella vita, mille volte fiducia.
Cacciate la disperazione e allontanerete da voi la morte.
L'Inferno non dura in eterno...
Perché la Fortuna è donna, ed è necessario volendola tenere sotto, batterla e urtarla.
E però sempre come donna, è amica dei giovani, che sono meno rispettosi, più feroci, e con più audacia la comandano.
"..sapeva in modo meraviglioso indurre una ragazza in tentazione, vincolarsela senza pur prenderla, senza volerla, in senso stretto, possedere. Immagino bene come egli sapesse menar una ragazza a tanto da esser sicuro ch'ella avrebbe per lui tutto sacrificato. Quando cio' aveva raggiunto, troncava ogni cosa. Tutto questo, senza che da parte sua egli avesse mai mostrato di voler il piu' piccolo avvicinamento, senza che una parola fosse caduta sull'amore, senza neppure una dichiarazione, una promessa. Eppure tutto era accaduto; e la infelice provava nella coscienza di cio' una doppia amaritudine: poiche' a nulla potevasi richiamare, e dall'uno all'altro dei piu' diversi stati d'animo sentivasi sbalzata come in una ridda diabolica. E or a lui faceva rimproveri, ora rimproverando se stessa perdonava a lui; e poiche' nulla era veramente esistito nella realta', doveva domandarsi se tutto non fosse stato che un frutto della sua immaginazione..."
- Quante volte quella chiave si è allontanata dal mazzo... quanti oggetti ci hanno spiato imbarazzati mentre facevamo l'amore: il letto dei miei, il letto dei suoi, il mio soffitto, le frasi scritte sulle mie pareti: Saba, Hikmèt, Merini... non ti vergogni?Commenta
- Di cosa?
- Di fare l'amore davanti a tutta uqesta gente famosa.
E saliva ancora di più la voglia di dare una dimostarzione pratica di quell'amore scritto.
- Tutto è rimasto com'era su quelle pareti, tranne una frase.
- Ma le stelle quante sono?
- (Tante, troppe) 351!
Step attacca il telefono. Si chiede se è uscita davvero. Se gliel'avrebeb detto. Solo su quel divano, ricordando, vicino a
un telefono muto, senza speranza. Giorni felici passati, sorrisi, giorni d'amore e di sole. Lentamente la immagina piu vicina
a lui, fra le sue braccia, proprio su quel divano, cosi com è stato. Illusione di un momento, violenti attimi di passione, ora solitaria.
Dopo si sente ancora piu solo, svuotato anche dell'orgoglio. Piu tardi camminando fra la gente vede macchine dalle coppie
felici, nel traffico festivo, con i sedili pieni di doni. Sorride. È difficile guidare quando lei si abbraccia a te, quando vuole mettere
per forza le marce e non è capace, quando hai una mano sola per girare il volante e, nello stesso tempo, amare.
SI pensa, talvolta, che di draghi non ce n'è più neanche uno. E neppure di prodi cavalieri. E neppure l'ombra di una principessa che vaghi per foreste misteriose, incantando col suo sorriso cerbiatti e farfalle.
Pensiamo, talvolta, che la nostra sia un'età senza più frontiere, senza più avventure. Il destino è al di là dell'orizzonte; quelle ombre che passavano al galoppo, rilucenti, si sono ormai dileguate.
Che bello, sbagliarsi! Principesse e cavalieri, incantesimi e draghi, avventura e mistero... non solo sono qui pure adesso, ma sono tutto quel che c'è e c'è sempre stato!
Nel nostro secolo, hanno mutato d'abiti, s'intende. I draghi indossano uniformi, oggi, vanno in giro in assetto di guerra, in tenuta da pronto intervento. I demoni della società, stridendo, piombano su di noi se solleviamo gli occhi da terra, se ci azzardiamo a svoltare a destra laddove ci hanno ordinato di girare a sinistra.
Talmente astute si sono fatte le false apparenze che principesse e cavalieri possono celarsi gli uni alle altre, possono celarsi persino a sé medesimi.
E tuttavia maestri di realtà vengono ancora a noi, in sogno, a dirci che non abbiamo giammai perduto lo scudo che occorre contro i draghi, che sta in noi cambiare il mondo come ci pare e piace. L'intuito non mentisce allorché ci bisbiglia: Non sei polvere, tu sei magia!
Richard Bach - Un ponte sull'eternità.
Morì, come dicono in Spagna, pieno d'illusioni. In vita sua non aveva avuto il tempo di perderne nessuna e nemmeno, alla fine, di completare un atto di dolore. Non aveva avuto nemmeno il tempo di amareggiarsi per il film della Garbo, che per una settimana deluse tutta Madrid.
A parlarne troppo non si apprezza più nulla.
Il peggio che ti possa capitare è che qualcuno ti ammazzi.
Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada.
Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all'istante.
Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione...
Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale s'innalzava una fontana da cui sgorgava dell'acqua cristallina.
Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata.
"Buongiorno"
"Buongiorno" rispose il guardiano.
"Che luogo è mai questo, tanto bello? "
"È il cielo"
"Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! "
"Puoi entrare e bere a volontà".
Il guardiano indicò la fontana.
"Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete"
"Mi dispiace molto", disse il guardiano, "ma qui non è permesso l'entrata agli animali".
L'uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo.
Ringraziò il guardiano e proseguì.
Dopo avere camminato a lungo su per la collina, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi.
All'ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.
"Buongiorno" disse il viandante.
L'uomo fece un cenno con il capo.
"Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete".
"C'è una fonte fra quei massi", disse l'uomo, indicando il luogo, e aggiunse: "Potete bere a volontà". L'uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono.
Il viandante andò a ringraziare.
"Tornate quando volete", rispose l'uomo.
"A proposito, come si chiama questo posto? "
"Cielo"
"Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là! "
"Quello non è il cielo, è l'inferno".
Il viandante rimase perplesso.
"Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grandi confusioni! "
"Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici... "