in Frasi & Aforismi (Libri)
Se per caso qualche stupido direttore editoriale dovesse trovare qualcosa da ridire su qualche mia frase, sappia che in più ci sarà anche questa.
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Se per caso qualche stupido direttore editoriale dovesse trovare qualcosa da ridire su qualche mia frase, sappia che in più ci sarà anche questa.
La letteratura non deve limitarsi ad elogiare i potenti ed a consolare i perdenti.
Parlano le cose nella solitudine della notte, ci si può rispecchiare nell'essenza della loro materia, hanno un'anima, fanno compagnia, irradiano luce, sono benevole e prolifiche di pensieri: se c'é stato un passato, ci sarà forse un futuro e poi che importa? Il futuro dico. (da "Le farfalle")
Le cose
Vorrei scrivere di qualcosa di bello, magari non di particolarmente profondo, ma almeno spiritoso ed insieme aggraziato giusto per far sorridere chi leggerà, ma non mi viene in mente niente di simpatico, nice, si dice così. Mi scorrono davanti agli occhi immagini strane e confuse, ricordi velati dal tempo, storie che qualcuno mi ha raccontato, un'accozzaglia di colori riveste un'accozzaglia di sensazioni: niente di
gratificante.
Sarà l'età. O l'ora tarda. È notte e sono sola in casa, perché tutti dormono profondamente e perciò sono come assenti. Non c'é un figlio con cui discutere, o peggio gridare - non se ne parla fra di noi di comunicare ragionevolmente, siamo troppo simili o troppo dissimili, non so-, non c'é marito con cui litigare per le spese di casa e i soldi che non bastano mai e per il figlio che non é venuto su come lui
voleva o come io speravo, non c'é nessuno, solo ombre s'addensano nel corridoio, là dove sfuma la luce dello studio e l'unico rumore é il fruscio dei tasti del computer sotto le mie dita. (da "Le farfalle")
Io rimasi fuori, nel vento della notte e vidi accendersi una luce e vidi un finestrino raso terra illuminarsi e poiché ero curioso, mi chinai fino a toccare la terra umida con le ginocchia e guardai dentro una stanza che pareva nata da una cantina, e che era la casa dove lei viveva, dove teneva le sue cose, il suo passato, il suo oggi e forse, perché no?, il suo domani. (da "Le farfalle")
La piccola Giada piangeva piano piano a lacrime grosse, senza singhiozzi. Io potevo solo piangere con lei: non certo uscir fuori dal nido d'ombra che mi custodiva e difenderla con dita scarnite dal passato, con voce fievole come il pigolio d'un merlo appena nato.
Ci sarebbe voluto il rombo del tuono che fa tremare i vetri delle finestre, i fulmini ci sarebbero voluti, saette accecanti nel cielo scuro, gonfio di pioggia.
Ma guardavo e ascoltavo le lacrime di Giada: era pur qualche cosa, questo condividere del cuore, senza sussulti, senza furori, quieta, apatica presa di coscienza che ancora accadeva ciò che da sempre era accaduto, quello che é orrore nella tenebra. (da "Le farfalle")
Le potevo vedere, nella luce del lampione che formava una chiazza di luce sul marciapiede di cemento proprio lì dove le due donne stavano in piedi, e le potevo sentire anche, nascosto dentro l'androne della vecchia casa che una volta doveva essere stata una casa signorile ed ora, divisa in appartamenti, sembrava divorata dalle locuste: vedevo e sentivo, senza esser visto, era una gran sensazione, quasi che in me scorresse un potere magico che mi faceva trasparente, invisibile eppur presente, ma chi ero io, d'altro canto? Nessuno, non ero niente e il niente che ero si rallegrava di questo nulla: bisogna esser qualcuno per esser consapevoli di non esser nessuno, infine. (da "Le farfalle")
La letteratura si nutre di se stessa, per questo talvolta capita che alcuni scrittori fanno indigestione e vomitano un mare di scemenze.
Un buon scrittore deve comunque indignarsi sempre il più possibile.
Cosimo non resse: ancora la lingua fuori sbottò: - Sai che non sono mai sceso dagli alberi da allora? - Le imprese che si basano su di una tenacia interiore devono essere mute e oscure; per poco uno le dichiari o se ne glori, tutto appare fatuo, senza senso o addirittura meschino.