Scritta da: alessia14
Si chiedeva perché amare, così semplice in poesia, è così difficile e rischioso nella vita.
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Si chiedeva perché amare, così semplice in poesia, è così difficile e rischioso nella vita.
Mi sento come l'aereo, che è precipitato. Distrutta. Mi sento come il deserto, che è monotono. Noiosa. Mi sento come il pilota, che è lì da solo. Disperata. Mi sento come l'elefante, che è stato mangiato dal serpente. Inghiottita. Mi sento come il bambino, che non viene preso sul serio dagli adulti. Incompresa. Mi sento come la pecora, che è stata disegnata nella scatola. Imprigionata. Mi sento come il pianeta, che è lontano. Piccola. Mi sento come il tramonto del sole, che è diventato abitudine. Senza valore. Mi sento come il baobab, che è un pericolo. Indesiderata. Mi sento come il vulcano, che sta per esplodere. Impaziente. Mi sento come il re, che si aspetta troppo. Delusa. Mi sento come il vanitoso, che vorrebbe essere ammirato. Insoddisfatta. Mi sento come l'ubriacone, che beve per dimenticare. Dipendente. Mi sento come l'uomo che accende i lampioni, oppresso dalla consegna. Schiacciata. Mi sento come il geografo, che vuol capire tutto ciò che esiste. Ignara. Ma sono anche il fiore, che ama il Piccolo Principe. Sono anche il Piccolo Principe, che vuole addomesticare la volpe. Sono la volpe, che riesce a fidarsi di qualcuno, costi quel che costi. E di me si deve prendere tutto, quello che sono e quello che non sono. Ma ho una paura dannata del morso del serpente.
L'amore non è un aperitivo o una cena fuori, ma una dannatissima quotidianità che diventa una sorpresa ogni giorno grazie al fatto di essere in due. Tu questo non lo sai. Tu non sai cos'è amore. Tu ti esalti con i tuoi libri, ami loro, non le persone. Ami le parole, non la vita, perché la vita ha le ombre fa male. Tu parli, parli, ma non ascolti. Tu prendi, prendi, ma non dai nulla.
Solo chi legge e ascolta storie trova la sua.
Ognuno può padroneggiare un dolore, tranne chi l'ha.
"Dove sei... dove sei..."
"Ecco la camomilla."
"Grazie. Come fai con cinque figli?"
"Come farei senza..."
"Troppe preoccupazioni, ansie, dolori..."
"Non lo so, Eleonora. Viene un momento in cui ti rendi conto che tu hai partecipato a qualcosa di più grande. Non sei tu ad aver dato la vita, anche se l'hai portata. A poco a poco ho capito che portarla significa che ti è affidata. Questo mi dà una grande serenità. E poi non hai idea che carica ti dà l'amore di cinque figli..."
"e se tuo marito se ne andasse?"
"C'è stato un momento in cui volevo andarmene io..."
"Tu?"
"Si. Ero stanca, mi sentivo sola."
"E poi?"
"Mi sentivo sola, ma alla fine forse non lo ero. Gliene ho parlato e lui ha comprato due biglietti d'aereo e pochi giorni dopo siamo partiti per New York. Ci siamo fermati una settimana. Io non c'ero mai stata e lui mi ha portato nei posti che aveva visitato da ragazzo nell'estate dopo la maturità."
"E i ragazzi?"
"Sparsi tra amici e parenti..."
"Sembra un film..."
"Nei film certe cose succedono perché qualcuno le fa nella realtà."
Quando hai paura, è segno che la vita sta cominciando a darti del tu.
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna carezza, nessun amplesso era capace di guarire la ferita. Cerotti. Uno sopra l'altro, una montagna, su un taglio che non era mai stato pulito e disinfettato.
Il mondo fuori assomigliava a un palcoscenico in attesa della sua danza.
La bellezza nasce dai limiti, sempre.