Egli apprezza la mia intelligenza e i miei talenti più del mio cuore, la sola cosa di cui sono orgoglioso, che è sorgente d'ogni forza, d'ogni gioia, d'ogni dolore. Tutti possono sapere quello che io so... ma il mio cuore, lo possiedo io solo!
Le pene degli uomini sarebbero minori se essi - e Dio solo sa perché son fatti cosi - non si accanissero a rievocare con la forza dell'immaginazione il male passato, piuttosto che accettare un tranquillo presente.
Guglielmo, che sarebbe per il nostro cuore un mondo senza amore? Quello che è una lanterna magica senza la luce. Appena tu introduci la piccola lampada, ecco apparire sulla bianca parete le più svariate immagini! E se pur non sono che fantasmi passeggeri, essi formano egualmente la nostra felicità, quando noi ci fermiamo dinanzi ad essi come ingenui fanciulli rapiti dalle apparizioni meravigliose.
"Amico mio - esclamai - l'uomo è uomo, e quel poco d'intelligenza che egli può avere serve poco o niente quando arde la passione e l'essere umano è spinto verso i confini della sua forza. Tanto più... Ma ne parleremo un'altra volta" dissi, e presi il cappello. Il mio cuore era gonfio e ci lasciammo senza esserci compresi. Ma del resto in questo mondo è difficile che gli uomini si comprendano.
I fiori della vita non sono che apparizioni. Quanti passano senza lasciar traccia, quanti pochi danno frutti e quanti pochi di questi frutti diventano maturi! Eppure, fratello mio, possiamo noi trascurare, disprezzare i frutti maturi, e lasciarli marcire inutilizzati?
Tu eri rapido, Morar, come un capriolo sulla roccia, terribile come una fiamma notturna nel cielo. La tua collera era una tempesta, la tua spada nella battaglia, un lampo sulla landa. La tua voce sembrava il torrente dopo la pioggia, il tuono grondante tra le montagne. Molti caddero sotto il tuo braccio; la fiamma della sua ira li consumò. Ma quando tu ritornavi dal combattimento, com'era calma la tua fronte! Il tuo viso era come il sole dopo la tempesta, come la luna nella notte silenziosa; il tuo seno era tranquillo come il lago quando è cessato il rumore del vento.
Oh, un carattere un po' più leggero mi renderebbe il più felice fra gli uomini. Come? Mentre altri con le loro poche forze, col loro poco talento si pavoneggiano soddisfatti davanti a me, io dubito della mia forza, dei miei doni naturali? Buon Dio, tu che me li hai tutti elargiti, perché non ne riprenderesti la metà, dandomi in cambio la fiducia in me stesso e la gioia di quello che possiedo?