Scritta da: Carlotta B.
"Non sono al tuo fianco, Anna, io sono il tuo fianco."
"Sei la parte mancante che torna da lontano a combaciare."
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"Non sono al tuo fianco, Anna, io sono il tuo fianco."
"Sei la parte mancante che torna da lontano a combaciare."
Tu sai stare a sentire. Questa è la prima qualità di chi deve parlare.
È bella di notte la città. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si riconosce, tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l'assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.
[...] - "Secondo te le stelle sanno di pan di zucchero o di sale?"
- "Non lo so, non le ho mai assaggiate."
- "Io sì, sono rimasta molte notti sul balcone della casa dei bambini chiusi. Le stelle in estate perdono briciole che arrivano in bocca."
- "e come sono?"
- "Salate, a gusto di mandorla amara."
- "Le preferivo dolci."
- "Ma no, guasterebbero la terra per quante ne arrivano. Certe notti c'è tempesta di stelle sbriciolate. La terra è seminata da loro, riceve senza poter restituire. Allora dal basso si alzano le preghiere a sdebitarsi, di alberi e di bestie che ringraziano"
[...].
Un bambino che cresce senza una carezza indurisce la pelle, non sente niente, neanche le mazzate.
La libertà uno se la deve guadagnare e difendere. La felicità no, quella è un regalo, non dipende se uno fa bene il portiere e para i rigori. La felicità: come mai mi permettevo di nominarla senza conoscerla? Suonava svergognata in bocca a me, come quando uno si vanta di conoscere una celebrità e la chiama col suo nome, dice Marcello, per indicare Mastroianni.
Alla gente piacciono le giornate di sole. A me, fanno paura. Le peggiori cose si fanno a ciel sereno.
Poi mi prese la faccia fra le mani e spinse la bocca ritoccata a rosa contro la mia respirando profondo. Fu il più speciale dolore, una fitta agli occhi e uno squaglio di cioccolata in bocca.
La libertà uno se la deve guadagnare e difendere. La felicità no, quella è un regalo, non dipende se uno fa bene il portiere e para i rigori.
La felicità: come mi permettevo di nominarla senza conoscerla? Suonava svergognata in bocca a me, come quando uno si vanta di conoscere una celebrità e la chiama col solo nome, dice Marcello, per indicare Mastroianni.
"Ma i denari possono fare solo quello, farti sembrare."
"Dicono che i denari non puzzano, invece puzzano e fanno puzzare chi se li mette addosso"