Scritta da: Genoveffa Pulviscolo
Le parole che hanno avvelenato il cuore di un figlio, pronunciate per meschinità o per ignoranza, si sedimentano nella memoria e lasciano un marchio indelebile.
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Le parole che hanno avvelenato il cuore di un figlio, pronunciate per meschinità o per ignoranza, si sedimentano nella memoria e lasciano un marchio indelebile.
Il tempo mi ha insegnato a non perdere mai la speranza ma anche a non farvi troppo affidamento, perché è vanitosa e crudele, senza consapevolezza.
Se un medico avesse assistito al parto, forse avrebbe potuto fermare l'emoraggia che uccise Penélope mentre lei graffiava la porta sbarrata urlando e dall'altra parte dell'uscio suo padre piangeva in silenzio e la madre lo fissava terrorizzata. (...) Quando aprirono la porta e trovarono Penélope morta in una pozza di sangue, con una creatura livida tra le braccia, nessuno ebbe il coraggio di parlare.
"Hai mai baciato una ragazza Daniel?"
Mi mancò il respiro e mi sembrò di avere segatura in bocca.
"Bè sei ancora molto giovane. Ma si prova la stessa sensazione, il brivido della prima volta è indimenticabile. Viviamo in un mondo di ombre Daniel e la fantasia è un bene raro"
Qualcuno ha detto che nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta.
Viviamo in un mondo di ombre, Daniel, e la fantasia è un bene raro. Quel libro mi ha insegnato che la lettura può farmi vivere con maggiore intensità, che può restituirmi la vista.
Un racconto, mi aveva detto un giorno Julian, è la lettera che un autore scrive a se stesso per mettere a nudo la propria anima.
Si ama davvero una sola volta nella vita, Juliàn, anche se non ce ne rendiamo conto.
Non ama nessuno, tranne sé stesso e i suoi maledetti libri.
Mi venne da pensare che, forse, il mio universo altro non era che una facciata di cartapesta.