Scritta da: Antonio Belsito
in Frasi & Aforismi (Vita)
I passi non mentono, ma dicono; dicono proprio come le parole, quanto le parole, basta solo ascoltarle.
dal libro "Quando" di Antonio Belsito
I passi non mentono, ma dicono; dicono proprio come le parole, quanto le parole, basta solo ascoltarle.
Bisogna trovare la forza di abbracciare se stessi, orgogliosi di essere e di continuare, perché bisogna sempre sperare in sé; è proprio quando "pensi, penso o pensa" di mollare tutto che stiamo, volutamente, dimenticando la nostra identità, ci stiamo abbandonando. La debolezza è la sensibilità che culliamo in noi ed è quella sensibilità che deve divenire la nostra forza, la nostra singolarità, la nostra rabbia, perché è proprio attraverso quella debolezza che "io sono io", "tu sei tu", "egli è egli".
Scrivo e leggo, leggo e scrivo. Le emozioni spingono la mia penna e muovono i miei arti. Più scrivo e più voglio scrivere; il mio cervello sembra non volersi fermare e il mio cuore continua a dettare. Mi rivedo in questi righi larghi, paralleli: in ogni rigo sono sempre io ma ogni rigo è, anche, un me diverso. Scrivere è parlare e parlarsi.
Egli, come se non aspettasse altro, proferì parola: "Giulio, lasciarvi, lasciare la mia quotidianità, è stato tremendo; la mia anima era qui ma il mio corpo era altrove e, allora, capisci come non sia stato, affatto, facile affrontare, nuovamente, i giorni. Ti dirò, sembravano tutti uguali, fermi, incolore. È stato come se il mio giorno fosse già passato. Ma proprio in uno di questi giorni ho trovato il coraggio di riprendere il mio giorno, ritrovando la mia anima. Così, ho capito quant'è bello scorgere un orizzonte senza pensare possa essere la fine di un mondo. Caro e vecchio amico, eccomi qua, eccoci qua".
Guardavo Gianni, estasiato dalle sue parole.
È come se ogni battito fosse un fotogramma, l'istante immortalato, e noi vi siamo dentro come protagonisti o comparse o figuranti. È in quel battito che ritroviamo le nostre paure e il nostro coraggio, la nostra forza e le nostre debolezze, i nostri dubbi e le nostre certezze, la nostra coscienza e la nostra incoscienza, i nostri fatti e i nostri misfatti, la nostra faccia e le altre facce: il battito diviene un fotogramma del film della nostra vita, piccolo ma unico, uno ma essenziale.
Un giorno mi sono detto: hai percepito le difficoltà di una quotidianità sempre più caotica e meno ordinata; hai definito le domande, gli interrogativi, quali spunti di riflessione che rendono almeno un senso, quando anche le risposte non potrebbero averne. Ti sei dichiarato ansiosamente tranquillo, rivelando, implicitamente, che – ormai - si può essere tranquillamente ansiosi. Hai ricordato le parole quali vecchie amiche, amiche intime, perché - in questa realtà - l'intimità, forse, ha vita nelle poche parole autentiche, vere, sincere.
Hai scritto panta rei e carpe diem.
Certo, tutto scorre perché la vita corre e non si ferma. Si cresce, si muta, si diventa altri e si scopre la verità. E si conosce la falsità.
Lo so... crescendo il mondo ci confonde e, purtroppo, spesso perdiamo il coraggio di credere nel nostro sogno.
Ma è proprio in quel momento che bisogna cogliere l'attimo.
Quel sogno siamo noi.
Prova - un istante - a chiudere gli occhi. Cosa vedi? Non solo il buio ma scorgi, anche, una strana luce o delle luci, vero? Ecco! Oltre il nero degli occhi chiusi c'è un orizzonte luminoso che pulsa.
La vita è tortuosa, tant'è che io penso sia un uragano buono: devasta ma si può sempre ricominciare.
La verità è in ciò che facciamo non in ciò che diciamo.
È l'amore; spesso, lo si perde mentre lo si cerca. L'amore è quella stretta alla gola che si ripete nel corso dell'esistenza. L'amore, a volte, lo inseguiamo così tanto che non ci accorgiamo di quanto sia vicino.