Cosa c'è di più comune e di meno comune della morte. Muoiono tutti, ma ogni volta che muore qualcuno che conosci è come se fosse capodanno. Un capodanno alla rovescia. Un capodanno in cui ricacciare lo spumante nella bottiglia e forzargli dentro un tappo perché, se non la vita almeno la morte, abbia un senso.
Non avevo niente contro di loro e non mi avevano fatto niente di male, come altri invece mi avevano fatto per tutta la mia vita. Loro hanno pagato per tutti.
La vita è il vento, la vita è il mare, la vita è il fuoco; non la terra che si incrosta e assume forma. Ogni forma è la morte. Tutto ciò che si toglie dallo stato di fusione e si rapprendende in questo flusso continuo, incandescente e indistinto, è la morte.
Punto molto sui funerali. Non dico ben venga la morte, l'unico vero bene è aver vissuto felice, ma adesso il funerale è il problema. Dopo quelli di Sordi, a Roma non si può più. Anche a Genova, dopo quelli di De André, non c'è più storia. Devo trovare una persona che me li organizzi per benino, oppure niente. Scomparire completamente, non dare nemmeno la notizia. Però mi dispiacerebbe perdere la possibilità di scrivermi il coccodrillo per Repubblica o il Corriere.