Scritta da: Davide Bidin

Ho capito ascoltando un "Folle"

Ci son persone che dicono di essere
incomprese.
persone alle quali
se chiedi
chi sono
cosa fanno
cosa vogliono
non sanno far altro che sottolineare la loro
"non appartenenza"
al resto degli altri.
hanno quel briciolo di
genialità
in più
rispetto alla gente
quella minima manciata di dubbio
che li rende pretendenti di una coscienza maggiore.
non si rendon conto
che ogni essere umano ha dubbi
chi più, chi meno
chi importanti, chi effimeri
ma tutti
hanno dubbi.
Trasformano l'aver quesiti,
la loro
"non appartenenza"
nell'unica certezza
e ci si aggrapano saldi
si adagiano, per meglio dire
credendo che quel briciolo di follia maggiore
li renda speciali.
usano questa mistificazione come fosse la loro unica
fede
ma per uscire da quel bozzolo
e tramutarsi
occorre concepire che, quella
certezza,
è la più grande
cazzata
che possa esistere.
non è tanto la domanda che conta
ma
la miriade di risposte che devi cercare
che devi scavare
dentro di te
per farle affiorare
e crescere
ciò che rende te.
Non v'è nulla di certo
le convinzioni
le illusioni
le pecche e
le ragioni
ma nulla è peggiore
di un uomo
che si crede superiore degli altri
nell'accondiscendenza che esso semina.
In un marcescente paternalismo
egli
non accetta neanche
se stesso.

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    Scritta da: Davide Bidin

    Commenti

    5
    postato da , il
    di fatti fa riflettere .... la tua frase !
    4
    postato da , il
    l'importante per me è aver fatto riflettere alcune persone, non tanto che siano d'accordo con me =)
    3
    postato da , il
    Bella riflessione......
    Un mio pensiero è che qualsiasi persona abbia bisogno delle proprie sicurezze.......alimentate dall'esperienza ed esperienza è anche cambiare idea, avere l'umiltà di ascoltare e di far vedere i propri limiti ma, anche sentirsi pronti a dare e comunicare agli altri la propria esperienza, educare...........senza questo immagino che saremmo delle persone che non sanno più che strada prendere, indecise, problematiche!
    Invece chi si sente superiore è una persona che ha bisogno di conferme. Chi si sente profeta e non lo è, simula continuamente atteggiamenti che non gli appartengono!
    Chi si sente diverso spesso è l'incompreso, colui che non riesce ad integrarsi e che nasconde le sue paure creandosi degli alibi!
    Boh, è un pò ciò che avete già detto ma, vista la riflessione che mi ha scatenato la frase, vi ho riferito anche il mio pensiero!
    Ciao!
    2
    postato da , il
    la mia, essendo una critica societaria, deve per forza attenersi alla massa delle persone e non considerare ogni individuo.
    E' un'osservazione personale che ognuno può prendere come vuole, semplice arrivo a ragionamenti logici seguendo ciò che ogni giorno vedo nelle persone attorno a me.
    Non sto parlando del mondo degli scrittori, ma della società odierna, sopratutto quella più giovane a cui appartengo.
    L'ultima frase che hai scritto è esattamente ciò che ho scritto nella mia prima postilla del primo commento.
    1
    postato da , il
    L'unica certezza ch'è reale è la provata mancanza di qualsivoglia sicurezza.
    Io qui non critico l'umanità, non tasto la superiorità, non credo neanche in essa, penso che bisogni crescere e non far finta di essere superiori a chicchessia.
    Critico quella parte di persone che, credendo, di esser diversi o "folli" si vantano di ciò in maniera puerile per mero conformismo, si arrogano di essere speciali e trattano la loro presunta diversità come motivo di fede.
    Faccio notare come, se anche fosse presente una particolare prospettiva "incantata" in quegli individui, essi non la sfruttano, si vantano solo di essa perchè fa moda ma la lasciano degenerare senza coltivarla, senza neanche capirla fino in fondo.
    Infine ripeto che la mia critica è a due categorie di persone, la prima è quella composta da stupidi modaioli del culto della follia decadente che seguono sfocatamente questa via perchè è di tendenza, la seconda è creata da decine di vittimisti realmente dotati di un briciolo di taleto in più, che vengon trascinati dal dolore nell'annichilimento autodistruttivo che è fine a se stesso.
    Proprio a quest'ultima categoria va il mio discorso più covinto, non bisogna farsi assordare dal dolore e dal dubbio, ma da esso bisogna iniziare a crescere interiormente per ricercare "qualcosa" e per capire che "cosa" esattamente.

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