Scritta da: Roberto Garro
in Frasi & Aforismi (Religione)
Signore, liberami dalla religione e dammi la fede.
Composta lunedì 30 novembre 2009
Signore, liberami dalla religione e dammi la fede.
La religione che condivide con la musica la caratteristica di essere un mistero ancora irrisolto dovrebbe imitare quest'ultima e permettere ai suoi fedeli di aderire alle manifestazioni che non siano loro più confacenti. Il vantaggio della musica sulla religione sta nella sua capacità di sollevare e ispirare molte persone senza doversi accostare troppo alla ragione ma entrambe sono unite nel nobile scopo di innalzare l'umanità al di sopra della prosaica monotonia della vita: di portare speranza e consolazione, di trasfigurare dolore e gioia.
Il libro in una mano, la bomba nell'altra.
Tutte le notti continuo a chiedere al Signore, "Perché?" E ancora non ho avuto una risposta decente.
Mi ruppi le ginocchia a furia di pregare un Dio che non sapevo quale fosse e se davvero esistesse.
Anche tu sei stato abbattuto come noi,
sei diventato uguale a noi.
Negli inferi è precipitato il tuo fasto,
la musica delle tue arpe;
sotto di te v'è uno strato di marciume,
tua coltre sono i vermi.
Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio
innalzerò il trono
dimorerò sul monte dell'assemblea,
nelle parti più remote del settentrione.
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all'Altissimo.
e invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell'abisso!
Quanti ti vedono ti guardano fisso,
ti osservano attentamente.
È questo l'individuo che sconvolgeva la terra,
che faceva tremare i regni,
che riduceva il mondo a un deserto,
che ne distruggeva le città,
che non apriva ai suoi prigionieri la prigione?
Tutti i re dei popoli,
tutti riposano con onore,
ognuno nella sua tomba.
Tu, invece, sei stato gettato fuori del tuo sepolcro,
come un virgulto spregevole;
sei circondato da uccisi trafitti da spada,
come una carogna calpestata.
Che il vento del Grande Karol soffi su di noi...
Esattamente al di sotto di Alia, Paul sedeva sul Trono del Leone. Ostentava la nuova corona protocollare con l'emblema del pugno e del pesce, e indossava le vesti dorate trapuntate di gioielli, che gli erano imposte dal suo rango. Intorno a lui, un debole scintillio indicava la presenza del suo scudo personale. Una doppia fila di guardie del corpo faceva ala ai due lati del trono e lungo la scala. Stilgar era alla destra di Paul, due gradini più in basso, avvolto in un mantello bianco, stretto alla vita da un cordone giallo.
Nello spazio del mio cuore ho trovato un angelo... non chiedete spiegazioni alle mie parole... partono dal cuore ed è nel vostro cuore che vogliono arrivare... e quell'angelo è ora... il mio migliore amico, mi parla con voce saggia e sicura.
Dio non turba la gioia dei suoi, se non per preparare una cosa più grande.