Che senso ha sopportare un dolore evitabile?
Nessun senso, è la risposta ovvia.
Ma a volte quel dolore, così ben miscelato alla speranza che lo stesso si trasformi in sogno o benessere, scava una nicchia nel cuore, un nido nei pensieri, si cuce alla vita, si ricama sulla pelle, si tatua sull'espressione e diventa parte di noi, si sveglia al mattino con noi.
Poi a sera finge di assopirsi con noi, ma si agita tutta la notte nei sogni e nelle mani vuote, lasciando giorno dopo giorno un sapore che ci rende distratti e intristisce gli occhi che guardano sempre più lontano.
Ma sradicare questo dolore non si può, sarebbe come strappare il cuore a metà, con un rumore secco di pagina antica, croccante, polverosa e fragile.
Se fossi, tu, un disegno a matita, io ti giuro ti cancellerei. Lentamente e delicatamente, ma ti cancellerei.
Soffierei poi sul foglio di questa vita consegnandoti al primo alito di vento e il ricordo del dolore si perderebbe con te.
Composta venerdì 30 marzo 2012
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