Scritta da: Mariella Buscemi
Attendo. Protesa. Ho spiegato le ali come se la natura umana non mi appartenesse più. Inguainata dai miei mali come fossero tatuaggi sulle arterie, ché quando il sangue pompa e irrora è lì che la pelle si tinge di ciò che è stato. Sotto i resti della paura, il coraggio è in residuo. Se seppellisco ricordi, l'antico cova sotto ai bracieri d'un'anima in ebollizione. Dentro, i tizzoni ancòra vivi. Attendo. Protesa. Ed è fulmine sulle visioni. Il passato ha ciglia lunghe, ma pretende i miei occhi. Io, che ho iridi attaccate sui pori. Sono in mancanza dei meno, dei forse, del medio. Esisto nel più e più forte, ché in un giorno vivo tutto il bene del mondo e in quello a seguire, mi chiedo se sono io il male. Attendo. Protesa. Le albe che sorgono ogni mattina, ma che a me sembrano sempre impreviste e credo che ogni alone di luce sia un equivoco o una provocazione delle mie notti.

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