Scritta da: Marco Dore
in Frasi & Aforismi (Tristezza)
Come le corde di una chitarra vibro di sonorità che mi trasportano via... in posti senza età senza nome, è come un sogno immortale.
Composta venerdì 16 settembre 2011
Qui trovi un'ampia raccolta di frasi e aforismi sulla tristezza e sull'essere tristi. Tra queste righe troverai il racconto di uno stato d'animo particolarmente difficile da gestire che porta allo sconforto, al pianto, alla disperazione e all'amarezza. Usare le parole giuste può essere importante per far capire la tristezza che si prova in un certo momento.
Come le corde di una chitarra vibro di sonorità che mi trasportano via... in posti senza età senza nome, è come un sogno immortale.
Solo cadendo sulle incertezze ci si rialza con le certezze.
Nello specchio non vedo nessuno, nessuno che io voglia.
Tra la polvere diradata vedo delle ombre lontane, sembrano amiche... spero sia così.
Non capisco il perché tutto appaia così distorto e difficile, ma aspetto... l'attesa mi uccide.
È come vivere in una stanza piena di vetri... non sai quando ti ferirai, ma ti ferirai.
Solitudine... mia eterna compagna di viaggi.
Mi piacerebbe tornare bambino per non conoscere il dolore causato dalla vita...
Troppe persone ti lasciano lo schifo nel cuore.
Ormai era come quel campanello che guasto non smetteva di suonare e nonostante mi tappassi le orecchie con forza non potevo fare a meno di sentirlo trillare... "gridare" quasi con insistenza penetrarmi nel cervello come a perforarlo... Sentivo dolore... Lacrime... l'urlo della mia anima che spezzava ogni possibile silenzio che tentavo con fatica di trovare per placare il "dolore", ma... Nulla... Quel "suono" non cessava... Quel "grido" agghiacciante che mi spaccava l'anima proseguiva con crudeltà senza arrestarsi o placarsi... Stanco... Affranto chinai la testa come stordito o forse "dolorante" le palpebre sembravano incollate, le labbra non riuscivo a muoverle, mi sentivo "morto" o perso nell'incoscienza di esistere... Nella consapevolezza che ormai non potevo aggrapparmi a nulla non c'era niente o nessuno pronto ad afferrarmi per impedirmi di cadere nel baratro... Allora perché lottare!? Perché non chiudevo gli occhi e mi lasciavo cadere nell'oscurità che ormai si accaniva su di me!? Perché... Ero troppo stanco per capire cosa mi trattenesse da smettere di credere in qualcosa... Perfino le mie mani come le braccia erano immobili e il respiro quasi moriva in gola... Come ero arrivato a quel punto... Come potevo permettere che tutto ciò mi facesse male... Mi colpisse senza pietà... Ero inerme e gli occhi offuscati consapevole di non riuscire nemmeno a capire dov'ero... Mi sentivo solo annegare e non feci nemmeno il debole sforzo di rialzarmi... Benché mi resi conto del pavimento sotto di me freddo più d'ogni altra cosa e del buio della stanza che invece di arretrare sembrava venirmi incontro quasi a stringermi per soffocarmi in un abbraccio senza più luce.