“Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro,che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero”.
D' altro canto credo che l' interpretazione alla frase dipenda dal grado di immedesimazione con cui ci caliamo nella parte proposta - in questo caso un affamato-.
Siamo abituati a non avere problemi di cibo - per adesso- nel nostro Paese , e dunque la sola idea di patire la fame ci risulta intollerabile.
Ma se a leggere la frase fosse un africano , un etiope , ad esempio ? Forse si farebbe una - seppure amara- risata . Potrebbe sentirsi autorizzato a pensare che non possedendo nulla , nemmeno del cibo egli non possieda neppure le catene frutto del possesso e dunque potrebbe ritenersi - per questo- il più libero tra gli uomini...
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