Scritta da: Alberto Iess
La pioggia del destino mi piove addosso: io la percepisco, ma non la vedo. Ed è questo il brutto: ovunque vado, non riesco ad evitarla.
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La pioggia del destino mi piove addosso: io la percepisco, ma non la vedo. Ed è questo il brutto: ovunque vado, non riesco ad evitarla.
Il paradosso per me è come il buio della notte: ti infonde il dubbio, toglie le certezze, ma al contempo ti permette di vedere le stelle in cielo. Del paradosso amo l'aspetto distruttore e nichilista, ma anche la sua capacità di spronare l'indagine umana.
Un poeta che si rispetti si uccide in un verso, resuscita nel successivo.
Molti grandi poeti scrivono per cambiare sé stessi e finiscono per cambiare il resto del mondo.
L'uomo è il peggiore degli esseri, l'unico sciagurato che si chiede il perché delle cose. Perché quello è partito, perché quell'altro ha ucciso, perché esistiamo, perché esiste l'universo? Ve la dico a modo mio: non esiste nessun perché. La realtà è caos irrazionale.
Nella vita incontrerai sempre degli abissi spaventosi che ti creano vertigini e paura. Tuttavia in quei momenti ti basterà ricordare che l'abisso c'è sempre stato mentre salivi la parete della tua vita: intento nella scalata non te ne accorgevi. Il modo migliore per superare le sofferenze? Badare a scalare senza voltarsi a ricordarle!
Della vita ha visto più il cieco che ha puntato gli occhi al sole, di chi si è sempre guardato i piedi per non inciampare.
Avremmo bisogno di tre vite: una per sbagliare, una per correggere gli errori, una per riassaporare il tutto.
La foglia si stacca e danza nell'aria. Un giorno purtroppo toccherà il suolo e tutto, inevitabilmente, finirà. Le grandi storie tutte terminano, le realtà idilliache svaniscono. E noi? Dovremmo essere come il vento, accompagnarle danzanti alla fine.
Ricordate che chi ama troppo, un giorno odierà. E chi ha odiato un po', forse un giorno amerà.