Scritta da: Alexandre Cuissardes
in Frasi & Aforismi (Vita)
Una fedina penale sporca può anche essere il risultato di una sentenza ancora più sporca.
Composta domenica 28 agosto 2011
Una fedina penale sporca può anche essere il risultato di una sentenza ancora più sporca.
Ti ricordi quando... ti ricordi come... ed io che non ascolto, non ho interesse, e dico si comunque ad ogni cosa, io che sono stanco anche della mia stanchezza, io che non ho ricordi da conservare e non faccio nessuno sforzo per averne, non con te.
E dopo un po' alzi i tacchi e muovi il tuo bel culo, gira con te il cappotto, la ruota del pavone, con una fuga svelta riporti a casa la tua rabbia ed il tuo orgoglio, il tuo pensare d'essere nel giusto, e lasci me da solo a chiedere al resto del bicchiere di non finire mai.
040111 io di traverso sul letto, a scrivere e correggere i miei pensieri della giornata, dal televisore più luce che parole, seduta in fondo al letto regina parla al telefono, col suo spagnolo veloce, dialettale, un accappatoio celeste, i pantaloni del pigiama, pronta a sciogliersi i capelli, a cambiare tono di voce nel rispondere all'altro telefono, pronta a vestirsi di poco nero a rete, ad essere diversa, io, ospite per caso pronto a non vedere, non sentire, non sapere, ed aspettare.
È vero che vale di più una forte preghiera che l'elemosina sporca di un peccatore.
Se oggi siamo ridotti così male significa che in questo nostro paese santi, eroi e grandi sono serviti più che altro a dare nomi a piazze e strade.
Ho usato sangue sputato dai soffrenti per concimare terreno su cui far nascere le tre erbe, ho fatto un foro nel muro della casa senza tetto e l'ho chiamato finestra, da lì vedrò crescere il seminato, in una grande vasca ho raccolto le lacrime di chi piange, serviranno ad irrigare il campo, con i primi fili di erba triste preparerò una torta d'erbi da regalare a chi troppo ride e da troppo tempo, regalerò l'erba della memoria a chi pensa che io abbia scordato e l'erba del non perdono a chi pensa che io abbia perdonato, ma intanto l'unica erba che taglio con la falce poco usata da una signora vagabonda e peso con l'inutile bilancia della signora latitante è la sola che vedo crescere e raccolgo, l'erba del nulla.
Lascia che ti velino gli occhi, che scivolino poi cadano, lascia che portino via un po' dello sporco che hai dentro, ascoltane il rumore impossibile da sentire quando toccano terra, lascia che se ne vadano, che si allunghino sempre più sottili sui tuoi piedi, sul pavimento, ormai piccoli punti di sale, tira il fiato, odia chi le ha provocate, poi... cercane ancora in te..., sono lacrime... ancora un po' ed è tutto finito,.
Non meritiamo di meglio?
Il cane rosso insegue la lepre nera, il cane nero insegue la lepre rossa, cani importanti, lepri importanti, una caccia universale, piccoli giudici sognano grandi casi da chiudere con scarse sentenze, grandi giudici sognano solo grandi casi da chiudere con storiche sentenze, piccoli despoti si sentono grandi statisti, il resto non conta, noi mondo, dal basso, guardiamo attoniti e soffriamo.
Anche se tu arrivassi solo un attimo prima del mio ultimo respiro, anche se ti percepissi appena, con la nebbia negli occhi, anche se ti stringessi la mano più col pensiero che con la forza, anche se in quell'attimo mi si strappasse il cuore per l'immenso vuoto che ci ha divisi, tu resti sempre mio figlio, ed io tuo padre, da quando non ti ho visto nascere a quando forse mi vedrai morire.
Le bugie degli altri.
I fatti non escono allo scoperto, non contestano parole e promesse fatte da troppi, le bugie dimostrano di avere sempre avuto le gambe molto lunghe ed i piedi grandi per schiacciare la verità, noi abbiamo piccole ingenue verità, pronte ad essere schiacciate, buon lavoro bugie, buon lavoro piedi grandi, buon lavoro gambe lunghe.