Scritta da: Alexandre Cuissardes
Ostentare sicurezza non sempre significa essere sicuri di ciò che si fa.
Composta domenica 16 novembre 2014
Ostentare sicurezza non sempre significa essere sicuri di ciò che si fa.
Ci sono persone che quando hanno un problema mettono tutta la loro energia nell'arrabbiarsi. Se la mettessero invece nella ricerca di una soluzione forse la troverebbero.
Per chi viene sconfitto la guerra è una brutta storia, da dimenticare. Per chi vince diventa "la storia", da scrivere e ricordare.
A chi odia con giusti motivi è caldamente sconsigliata la notte che porta consiglio. Il mattino dopo si alzerebbe dal letto un assassino non perseguibile per buonsenso, ma ingiustamente perseguitato per legge.
Chi dovesse veramente avere gratitudine per una ricchezza "piovuta dal cielo" non potrebbe godersela, perché dovrebbe passare il resto della vita in ginocchio a ringraziare quel cielo benevolmente piovoso.
Siamo passati dal dare l'oro e il sangue alla patria per una guerra fra stati, inutile per il popolo e persa in partenza, a dare l'oro e il sangue alla classe politica per una guerra fra partiti, anch'essa inutile per il popolo e persa in partenza.
Solo che stavolta non possiamo dare la colpa ad una sola persona, ma a molte.
Basta il più leggero battere di ciglia della magistratura per ridimensionare annullare o far modificare ogni proclama fatto dalla politica.
Chi spalanca gli occhi per vedere gli errori degli altri è cieco per vedere i suoi.
Se il saggio ma inutile astensionismo continuerà, la lotta fra i partiti non sarà più quella fatta per accaparrarsi più voti possibili, ma per litigarsi l'ultimo elettore rimasto.
I politici cercano sempre chi abbia avuto, nel bene o nel male, il classico quarto d'ora di celebrità per candidarlo nel loro partito. Siamo passati dalla carne da macello per le guerre alla carne da voto per la politica.