Non potevo pensarci, ma dovevo ricordare. Perché c'era una sola cosa alla quale dovevo credere se volevo continuare a vivere: la certezza della sua esistenza. Per me era tutto. Al resto avrei saputo resistere. A patto che lui fosse ancora vivo e reale.
Il primo che vidi fu Jasper, che quasi non si accorse di me. Aveva occhi soltanto per Alice. Lei lo raggiunse in fretta; non si abbracciarono come tutte le altre coppie presenti. Rimasero a guardarsi l'un l'altra, con un'intensità così intima da costringermi a voltarmi.
"E le tue distrazioni?" Rise, ma senza la minima traccia di buonumore. "Faceva parte della bugia, amore mio. Non sono mai riuscito a cancellare... l'agonia. Il mio cuore non batteva da quasi novant'anni, ma stavolta è andata diversamente. Non lo sentivo più, al suo posto c'era un vuoto. Come se ti fossi portata via tutto ciò che avevo dentro."
Cercai la sua mano e sospirai quando le sue dita fredde trovarono le mie. Il contatto portò con sé una stranissima sensazione di sicurezza, come una sofferenza placata all'improvviso.
Mi aggirai per le strade a lungo, senza andare da nessuna parte, pensando a Bella e all'incredibile concessione di averle svelato la verità. Poco tempo prima tremavo all'idea che scoprisse cos'ero. Sapeva. Non le importava. Sebbene fosse evidentemente una cosa negativa per lei, era incredibilmente liberatoria per me. Più che altro, pensai all'amore che lei contraccambiava per me. Non avrebbe potuto amarmi nel modo in cui l'amavo io – di un amore irresistibile, sfrenato e devastante che probabilmente avrebbe schiacciato il suo fragile corpo. Ma si sentiva abbastanza forte. Abbastanza da domare la paura che d'istinto avrebbe dovuto provare. Abbastanza da voler stare con me. E stare con lei era la più grande felicità che avessi mai conosciuto.
Terza opzione: Edward mi amava. Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'essenza e del tempo. Poco importava che fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me, ormai anche lui era coinvolto e condizionato in modo irreversibile. Era destinato a essere mio per sempre, come io appartenevo a lui.
Ma, diversamente dalla maggior parte delle notti, era appallottolata con le coperte tirate fino alle spalle. Per il freddo, immaginai. Prima che potessi sedermi nella solita sedia a dondolo, rabbrividì nel sonno, e le sue labbra tremarono. Per un breve istante rimasi a pensare, poi uscii silenziosamente nell'ingresso, in esplorazione delle altri parti della sua casa, per la prima volta. [...] Là, sulla cima delle scale, c'era un armadio dall'aria promettente. Lo aprii speranzoso, e trovai quello che stavo cerando. Scelsi la coperta più pesante dal piccolo armadio di biancheria, e la portai nella sua stanza. L'avrei rimessa a posto prima che si svegliasse, e nessuno sarebbe stato più saggio. Trattenendo il respiro, distesi la coperta sopra di lei; non reagì all'aggiunta di peso. Tornai alla sedia a dondolo.
Avrebbe mai smesso di emozionarmi, il fatto che ero l'unico a cui lei acconsentiva? Ne dubitai. Girai attorno la macchina come un fulmine, eccitato di raggiungerla. Non mostrò nessun segno di shock alla mia improvvisa riapparizione.
Vorrei che l'Angelo dentro ognuno di noi prendesse il volo sulla spinta di queste note ribellandosi alla quotidianità che ci fa dimenticare le nostre ali. Più sarà puro e limpido, più volerà in alto. E, dopo aver vagato oltre le nuvole, oltre i pianeti, vicino al sole, sarà bello tornare quaggiù!
Sono le piccole cose belle che fanno bella la nostra vita, quando accadono all'improvviso un sorriso spunterà. Sono le piccole cose belle che regalano felicità e ti cambiano la giornata se le vivi con semplicità.