Scritta da: Andrea Manfrè
Capricci si chiamano i vizi dei grandi.
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Capricci si chiamano i vizi dei grandi.
In Riso Veritas: non bisogna mai dimenticare la potenza di una risata.
Il senso d'impotenza e di solitudine del condannato incatenato, di fronte alla coalizione pubblica che vuole la sua morte, è già di per sé una punizione inconcepibile. Generalmente l'uomo è distrutto dall'attesa della pena capitale molto tempo prima di morire. Gli si infliggono così due morti, e la prima è peggiore dell'altra, mentre egli ha ucciso una volta sola. Paragonata a questo supplizio, la legge del taglione appare ancora come una legge di civiltà. Non ha mai preteso che si dovessero cavare entrambi gli occhi a chi aveva reso cieco di un occhio il proprio fratello.
La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere della religione e della scienza sta tutta in questa idea di un Dio personale. Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina d'un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.
Non è facile fare il genitore. Non c'è un libretto di istruzioni. C'è chi è portato e chi no.
La natura ci ha dato una cosa meravigliosa: la Terra.
L'abbiamo però violentata, ne abbiamo abusato ed ora pian piano si sta vendicando. Ecco che le stagioni svaniscono, la pioggia diventa temporale, le maree diventano tsunami, i temporali tempeste.
Un fiore, nato spontaneamente dal nulla, dal ghiaino, dalla terra sterile.
Bello e fiero del traguardo raggiunto, felice di essere lì, e di aver avuto la forza per crescere in tali condizioni, un po' come dovresti esserlo tu, con tutto ciò che la vita non ti ha dato. Ma non disperare, questo è un primo passo verso la felicità.
Non è facile cambiare le persone, ma già in qualche modo cercare di farlo per il loro bene è una cosa meravigliosa.
Possiamo essere anche piccoli fuori, ma saremo sempre grandi dentro.
Quando uno è solo cammina più rapidamente.