Fragile. Grosso com'era, mi era sembrato davvero fragile. Forse era stata soltanto la mia immaginazione, assieme alla consapevolezza che presto mi sarebbe toccato spezzargli il cuore.
"Hai idea di quanto importante tu sia per me? Riesci a renderti conto di quanto ti amo?" Mi strinse più forte contro il suo petto marmoreo e accolse la mia testa contro il mento. Sfiorai con le labbra il suo collo freddo come la neve. "Mi rendo conto del mio amore per te", risposi. "È come paragonare un alberello a un'intera foresta" Alzai gli occhi al cielo senza che Edward potesse vedermi. "Impossibile".
Jacob è uno di famiglia. Tu sei bè... non esattamente l'amore della mia vita perché mi aspetto di amarti molto più a lungo. Tu sei l'amore della mia esistenza.
Guardarlo negli occhi mi faceva sentire sempre straordinaria, tanto leggera che quasi non sentivo più le ossa. Mi girava anche un po' la testa, forse perché mi ero dimenticata di respirare. Di nuovo.
Se avessi potuto fare di testa mia, avrei passato ogni giorno a baciare Edward. Nella mia vita non c'era niente di paragonabile alle sue labbra fredde e marmoree, ma sempre così delicate mentre si muovevano assieme alle mie.
D'altra parte, era difficile spiegarmi perché tenessi così tanto alla sua presenza. Contava che fosse lui a fare la scelta, a volermi con sé a tal punto da non permettere a nessun altro di trasformarmi. Era un pensiero infantile, ma mi piaceva l'idea che fossero le sue labbra l'ultima bella cosa che avrei sentito. Un altro enorme motivo di disagio, che non avrei mai ammesso di fronte ad altri, era che volevo essere contagiata dal suo veleno. Così gli sarei appartenuta in un modo tangibile, reale.
"Ti odio, Jacob Black". "Mi piace. L'odio è un'emozione forte, passionale". "Te la faccio vedere io la passione", borbottai tra i denti. "L'assassinio è il crimine passionale per antonomasia".
Perso in quel silenzio, non sarei tornato mai più. Altri prima di me avevano preferito questa forma all'altra. Forse, se fossi fuggito abbastanza lontano, non sarei stato più costretto a sentire... accellerai il ritmo della corsa per fuggire da Jacob Black.
"E cosa avresti desiderato?" chiesi piena di dubbi "tu puoi avere tutto." "Ho desiderato te." E il suo sorriso si spense. "Non ne avevo il diritto ma ho allungato la mano e ti ho presa ugualmente. E ora, guardati cosa sei diventata! Stai cercando di sedurre un vampiro." Scosse la testa con finto orrore. "Non è peccato desiderare ciò che è già tuo, lo sai. E poi, pensavo fossi preoccupato per la mia virtù." "Lo sono. Se per me è troppo tardi... Bè andrei all'inferno, e dico sul serio, pur di impedire che ci finisca tu." "Non puoi lasciarmi andare in un posto in cui tu non ci sarai." dissi "Per me quello è l'inferno. Comunque, c'è una soluzione anche a questo: che ne dici di diventare immortali?"