La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.
È un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l'amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama? Ha mai amato qualcuna più di me? Mi ama più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all'amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogiamo qualcosa (l'amore) dell'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.
Perché quell'edificio poggia sull'unico pilastro della sua fedeltà e gli amori sono come gli imperi: quando scompare l'idea su cui sono fondati, periscono anch'essi.
Allora si guardava con più ostinazione, cercando con la forza della volontà di cancellare la fisionomia della madre, di sottrarla, così da far rimanere solo ciò che era lei stessa. Quando ci riusciva era un momento di ebbrezza l'anima saliva sulla superficie del corpo come quando un equipaggio irrompe dal ventre della nave, riempie tutto il ponte di coperta, agita le mani verso il cielo e canta.
Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d'amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell'uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l'immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l'assenza assoluta di un fardello fa si che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?
Era l'unico modo possibile. Adesso mi è tutto chiaro. Essere indecisi non è necessariamente negativo. Non vedere tutto in termini di slogan e partiti organizzati e fedi e morte può essere una convinzione per la quale vale la pena di morire. Pensavo di non avere credo. Adesso mi rendo conto di averne uno molto forte.
Prima morivo dalla voglia di finire il liceo ed iniziare l'università. Poi morivo dalla voglia di finire l'università e iniziare a lavorare. Poi morivo dalla voglia di sposarmi e avere figli. Poi morivo per far crescere i miei figli abbastanza per farli andare a scuola, così da poter tornare al lavoro. Poi morivo dalla voglia di andare in pensione. E adesso, muoio... ed improvvisamente mi rendo conto di aver dimenticato di vivere.