Scritta da: Fabio Privitera
È la nostra mente a muoversi. Il tempo sta disteso mentre scegliamo il verso da prendere durante il viaggio.
Composta venerdì 2 marzo 2012
È la nostra mente a muoversi. Il tempo sta disteso mentre scegliamo il verso da prendere durante il viaggio.
Quello che abbiamo dentro non viene mai fuori come lo sentiamo, lo pensiamo. Le parole hanno un peso diverso e il linguaggio in sé non riesce a contenere tutte le flessioni e le variazioni con le quali vibrano le nostre emozioni, modulando così il senso che vorremmo fosse ricevuto. Così sbagliamo, ci blocchiamo, ci barrichiamo in tentativi e tentennamenti che in pochi riescono a decifrare e solo chi le prova allo stesso modo lo stesso sentimento riesce a ricevere il messaggio dell'emozione.
Potete inventarvi tutte le identità che volete, ognuno arriva prima o poi ad avere un'unica faccia tra le mani.
Una persona intelligente può anche diventare pazza, agli stolti e a chi giudica questo non potrà accadere mai.
Nessuno torna mai chi era prima, ed è inutile quindi rimpiangere il passato o rinnegarlo. Non si cambia nel senso che vorremmo esprimere con questo termine, ma ci si evolve semmai nel bene o nel male, ma mai si torna come si era in uno stato precedente. Tuttavia ritengo che ogni giorno sia un buon giorno per migliorare, attingendo alle cose, alle persone, nuove esperienze, nuove emozioni da assimilare e fare nostre, come un bagaglio, una valigia che riempiamo solo delle cose utili che ci servono per proseguire il nostro viaggio. La bussola allora diventa il mezzo indispensabile per ritrovare la strada qualora ci si senta persi. Basta seguire il proprio cuore, il proprio sogno e non è mai tardi per riprendere il cammino che si era abbandonato per troppa distrazione, o per aver frainteso cuore e ragione, sensi chimici e percezione. Vado così avanti, imparo ogni giorno qualcosa che provo a trasmettere a chi vuol ascoltare. La mia bussola non mi dice dove sto andando, mi indica solo che la direzione è giusta, ed io la seguo, con fiducia, come una foglia segue il suo vento.
Ci sono volte in cui non sai se devi riparare una cosa o cambiarla. Questo va bene con le cose, perché quelle prima o poi ci lasciano comunque. Ma un'emozione, un sentimento, non possono mai essere cambiati con qualcos'altro di nuovo, val sempre la pena di cercare di riparare almeno finché quell'emozione, quel sentimento, persistono in noi. Poi, se davvero dovranno lasciarci anche quelle, avverrà comunque nel tempo ma non vi sarà alcun rimorso di non aver fatto tutto quello che si poteva fare per dare nuova vita a quello che sembrava terminale.
Siamo acerbi, grosso modo per un lungo tratto della nostra vita. Lo siamo così da sentire l'agro e il dolce in tutto, e da dire d'aver amato e sofferto tanto e molte volte. Ma è solo immaturità o una giovinezza attardata. È solo che abbiamo ancora da scavare dentro di noi, per allontanarci da quanto accade alla chimica della pelle e dei sapori, e più scaviamo più sentiamo l'amore manifestarsi in modo diverso, sempre più forte. Nuovo ma ancora non sufficiente a poter dire di star amando davvero, perché stiamo continuando a guardare le cose dal dentro a fuori e a sentirle da fuori a dentro. Finché non sentiremo e vedremo lungo la stessa direzione mal interpreteremo tutto, anche l'amore e il dolore, e saremo così facili ad amare e soffrire, pur non vivendo affatto materialmente alcun amore né sofferenza.
Sono molto più di quello che scrivo, sono carne e sangue.
Il tempo mette le rughe a chi non ha pazienza di compiere altro mentre attende che il tempo si compia.
A domani, pensai, frenando le parole nel pensiero che domani fosse un tempo troppo vicino e allo stesso tempo troppo lontano per riuscirsi a staccare con questo semplice saluto. Come se domani dovesse non arrivare mai e nello stesso tempo potesse essere l'ultimo domani per noi. "A per sempre", infine pronunciai.