Scritta da: Gianni Marcantoni
I matrimoni felici paiono pochi, perché i romanzieri non si ritrovano in un matrimonio felice.
dal libro "Il mestiere di vivere (1935-1950)" di Cesare Pavese
I matrimoni felici paiono pochi, perché i romanzieri non si ritrovano in un matrimonio felice.
Perché, quando si è sbagliato, si dice "un'altra volta saprò come fare", quando si dovrebbe dire: "un'altra volta so già come farò"?
Comportati male, verrai scusato. Comportati bene, verrai calpestato.
Non è meglio né la verità, né la menzogna. Niente è meglio dove l'amaro in bocca sgorga come sangue da una ferita aperta.
Sei solo. Non lo sa nessuno. Taci e fingi.
Tutto qui in basso è simbolo e ombra. Siamo convinti di vivere e siamo morti; crediamo di essere morti e stiamo vivendo.
Ho mal di testa e di universo.
Vivo sempre nel presente. Non conosco il futuro. Non ho più il passato. L'uno mi pesa come la possibilità di tutto, l'altro come la realtà di nulla. Non ho speranze né nostalgie.
Per quanto ci spogliamo di ciò che abbiamo indossato, non raggiungiamo mai la nudità, perché la nudità è un fenomeno dell'anima, e non un togliersi il vestito.
Non c'è niente nel mio passato che mi faccia ricordare una cosa con il desiderio inutile di avere di nuovo quella cosa. Non sono mai stato altro che un residuo e un simulacro di me stesso. Il mio passato è ciò che non sono riuscito ad essere.