Scritta da: Gino Rendola
Sono quell'inferno che nello stesso momento sa regalarti anche il paradiso.
Composta lunedì 8 gennaio 2018
Sono quell'inferno che nello stesso momento sa regalarti anche il paradiso.
Se un giorno mi domanderanno chi sia stata la donna che hai amato più di tutte, io in quel momento farei il tuo nome.
Questa mia maledetta pazza gelosia, che vive dentro ai sentimenti miei, mi fa litigare con te, è molto grande il bene che ti voglio, la paura di perderti è infinita per me. Aggiustiamo questo maledetto tempo, facciamolo più chiaro per noi, tu che per me sei l'unica poesia, quella che nasce e poi dopo muore, e cerca sempre a te.
Sono solo dentro me, hai lasciato un vuoto senza te, un foglio, pieno di poesie, non servirebbe, nemmeno a Dio. Faccio finta di dormire, nascondendo, quella lacrime che c'è, dentro me.
Fotografia, quanta nostalgia tu riesci a dare, e diventa un sentimento d'amore, quell'immagine ferma da anni. E, penserò, immaginerò, quanto fosse bello, se il passato avesse una porta d'entrata.
Ora mi basta anche un suo ricordo, per vedere un arcobaleno che brilla nella vita mia, due gocce di nostalgia, che scendono pian piano dal mio viso diventano poesie, da raccontare, anche a lei.
Quando una donna racconta una bugia all'uomo, vuol dire che è innamorata e farà di tutto per portare la discussione a lungo.
Gli uomini che alzano le mani sulle donne, non sono degni nemmeno di chiamarsi maschi, io sto con le donne, la violenza non mi è mai piaciuta, loro sono l'amore della nostra terra, è grazie a loro che nascono poesie, emozioni e serenità.
È un male avere i sentimenti e non esprimerli.
La felicità è il vero cibo per un corpo di un essere umano.