Scritta da: Fabio Privitera
La follia se la ride dietro le quinte mentre il mondo mette in scena la farsa della normalità.
Composta lunedì 10 settembre 2012
La follia se la ride dietro le quinte mentre il mondo mette in scena la farsa della normalità.
Decisi di camminare da solo per non essere confuso da quelle voci che dicevano di conoscere la destinazione ma non la strada. Non lo decisi, ad essere onesto fu la mia natura stessa a spingermi lontano. Finii un giorno per girarmi e guardare il percorso che avevo calpestato e capii che la strada siamo noi stessi ed anche la destinazione.
È facile essere tua amica dato che hai poca moralità, chiunque potrebbe esserlo, io non posso piacere alle persone perché dovrebbero cambiare per fare piacere a me.
Non siamo perfetti, ma siamo pieni di voglia di vivere. Non siamo onnipotenti, ma possiamo scegliere la nostra vita. Non siamo immortali, ma possiamo lasciare ai posteri qualcosa di speciale. Siamo piccoli e fragili, ma possiamo sostenere pesi incredibili. Siamo solo ciò che noi vogliamo essere. Siamo parte dell'universo, e l'universo è infinito.
Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.
Solo un lupo solitario domina veramente la sua vita, chi sta nel gruppo è prigioniero del bisogno di attenzione e assume certi comportamenti solo per avere l'approvazione degli altri mettendo in secondo piano i suoi reali bisogni.
Se esistesse un Dio giusto, l'uomo non avrebbe nemmeno bisogno di sperare in un miracolo, perché un Dio giusto non avrebbe permesso all'umanità di soffrire.
Alla fine siamo sempre qui solo a parlare di grandi cose. E poi nulla. A tutto questo parlare non segue nulla. Siamo intrappolati nel mondo che critichiamo, e non siamo capaci di cambiarlo. Appena possibile traiamo vantaggio dai disagi altrui, dalla sofferenza, dalla necessità. Appena possiamo, andiamo da un amico che crede in noi, e lo freghiamo.
Le donne più interessanti non scoprono le gambe, ma il cervello.
La nostra immaginazione è tesa al massimo; non, come nelle storie fantastiche, per immaginare cose che in realtà non esistono, ma proprio per comprendere ciò che davvero esiste.