Scritta da: Luisa Marcangeli
La fede comincia appunto là dove la ragione finisce.
dal libro "Timore e tremore" di Søren Aabye Kierkegaard
La fede comincia appunto là dove la ragione finisce.
Il destino è spesso una comoda giustificazione per illuderci che tutto quanto accade non dipende da noi, ma da una forza misteriosa capace di trasformare i sogni in realtà e le nostre azioni in un fallimento.
Non voglio essere un genio: ho già problemi a sufficienza cercando di essere solo un uomo.
L'uomo è quasi sempre tanto malvagio quanto gli bisogna. Se si conduce dirittamente, si può giudicare che la malvagità non gli è necessaria. Ho visto persone di costumi dolcissimi, innocentissimi, commettere azioni delle più atroci, per fuggire qualche danno grave, non evitabile in altra guisa.
Sono talmente appagato dalla solitudine che il minimo appuntamento è per me una crocifissione.
[Su Hitler]... genio diabolico emerso dagli abissi della miseria, infiammato dalla sconfitta, divorato da odio e spirito di vendetta ed ossessionato dal suo disegno di fare di quella tedesca la razza dominante dell'Europa e forse del mondo intero.
Don't ask me nothin'about nothin', I just might tell you the truth.
Non chiedetemi nulla a proposito di niente, potrei solo dirvi la verità.
La verità è che gli uomini non pensano: pensano soltanto di pensare, mentre in realtà non pensano.
... Quando tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai; quando tu non hai più un sentimento, perché sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le cose, e ti manca perciò l'abitudine, che non trovi, e l'occupazione, che sdegni - quando tu, in una parola, vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero, sentirai senza cuore - allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido. Io sono così.
Se tornassi a nascere cosa farei? Una gran festa per la resurrezione, sicuramente.