In una delle tante notti d'amore Eros domandò a Psiche: - Perché con me e non con un altro? Psiche con molta umiltà rispose: - Se mi chiedi che cosa tu significhi per me; basta guardare i miei occhi e avrai tutte le tue risposte. Da quella notte Eros non le fece più domande.
Anche se non ci sei più, ti percepisco. Non chiedo l'impossibile. Le mie esigenze sono semplici: sentire la tua carezza nel vento, e chiudere gli occhi mentre i tuoi ricordi mi parlano.
È bellissimo quando un amico, ti chiama e ti dice: - come stai? E tu, rispondi per non preoccuparlo: - bene! Perché lo chiedi? E lui: - perché sentivo che dovevo chiederlo.
In silenzio ti guardo passare per la testa tutto il giorno, in silenzio ho bevuto ogni "mi manchi" che ti ho detto, in silenzio e con i miei occhi chiusi, conservo il sapore delle tue labbra. In completo silenzio ti nascondo dal rumore della verità.
Ho girovagato il mondo con delle domande sulle mie labbra, senza sapere che tutte le risposte erano nelle sue.
Di certo è una contraddizione, se ancora oggi il mio vuoto rimane così pieno di te.
Un giorno qualcuno mi chiese:
- la tua "lei" è bella?
Io senza pensarci risposi:
- non so, ma spesso sorride quando mi legge.
La distanza più convincente è quella che si ottiene con i silenzi prolungati.
Talvolta si passa molto tempo in compagnia della tristezza che quando incontriamo la felicità crediamo che sia un'amicizia inaffidabile.
A dire il vero, si può chiamare casa qualsiasi persona che riesce a farti sorridere.