Scritta da: Mariella Buscemi
Nei meccanismi di quest'era digitale, si fa copia ed incolla anche di sentimenti.
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Nei meccanismi di quest'era digitale, si fa copia ed incolla anche di sentimenti.
È quando le persone si sentono di dover fare sermoni sulla sincerità e sulla propria onestà d'animo che ci stanno intimamente rivelando di non fidarci di queste loro virtù.
Quando si decide di lasciare ed abbandonare qualcuno, bisognerebbe non allontanarsi mai di schiena, si dovrebbe provare a camminare indietro, anche con la paura di inciampare, così che qualche ostacolo lungo il cammino possa far sussultare ed interrompere l'insensata, insana ed improvvisa urgenza di scappare via; già, bisognerebbe non allontanarsi mai di schiena. Voltare le spalle è negare una realtà che c'è stata, invece no, bisognerebbe tenere i propri occhi fissi in quelli dell'altro per imprimersi dentro il dolore di chi viene abbandonato.
Ho preso l'abitudine di abbracciarmi da sola! Ci sono sempre per me, quando mi chiamo non ho impegni, non mi infastidisco per la perdita di tempo, mi capisco, so perfettamente cosa voglio dire quando parlo confusamente tra i singhiozzi, mi scuso da me e non ci sono conseguenze, equivoci od offese quando do di matto. So compatirmi e tollerarmi quando sono odiosa fino all'inverosimile, ingestibile, villana e capricciosa. Ho preso l'abitudine di abbracciarmi da sola perché se dovessi aspettare che qualcuno lo faccia, morirei di freddo. Non ho a chi chiederli questi abbracci, ma dopo un po' non se ne sente neppure la mancanza, o l'esigenza, si ha solo la percezione di un retrogusto che sa di calore e completezza quando se ne ricevevano; probabilmente, se ci fosse qualcuno a donarmeli, li rifiuterei non riconoscendone l'intenzione.
Vedersi e dirsi con gli occhi: "ti aspettavo da sempre", come per un appuntamento dato agli inizi del mondo!
Il bello dei cuori che sono stati rotti è che quando vivono qualche emozione vera e pura li senti battere contemporaneamente in più punti.
Meglio non credere a chi ritorna. Chi se ne è andato la prima volta lo fa perché ce l'ha inscritto nel dna, è uno stile di vita; se ne andrà la seconda, terza, quarta volta, a seconda di quante possibilità gli diamo e rischiamo così di consumare la nostra vita oscillando perennemente in un'altalena a provare vertigini!
Io credo che una cicatrice dell'anima sia la firma di un patto tra il dolore e la sopravvivenza.
Com'è strana la vita e come tutto cambia, soprattutto su ciò che si spera e su ciò che si teme.
Avrei voluto evitare molto, ma spesso, bisogna vedere la ferita sanguinare per curarla.