Scritta da: mor-joy
in Frasi & Aforismi (Libri)
Troviamo conforti, troviamo da stordirci, acquistiamo abilità con le quali cerchiamo d'illuderci. Ma l'essenziale, la strada delle strade non la troviamo.
dal libro "Siddharta" di Hermann Hesse
Troviamo conforti, troviamo da stordirci, acquistiamo abilità con le quali cerchiamo d'illuderci. Ma l'essenziale, la strada delle strade non la troviamo.
Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole... Sono annunci o presagi che riguardano me e il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell'esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d'essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni.
L'uomo di buona memoria nulla ricorda, perché nulla dimentica.
Era un sabato sera di dicembre. Ero nella mia stanza e stavo bevendo molto più del solito. Mi accendevo una sigaretta dietro l'altra pensando alle ragazze, alla città, e agli anni che avevo davanti a me. Guardavo davanti a me e non mi piaceva quasi niente di quello che vedevo. Non ero un misantropo o un misogino ma mi piaceva star solo. Si stava bene seduti tutti soli in uno spazio ristretto a fumare e a bere. Avevo sempre fatto ottima compagnia a me stesso.
Che abbiamo in comune col bocciolo di rosa che trema perché sul suo corpo si è posata una goccia di rugiada? È vero: amiamo la vita non perché siamo abituati alla vita, ma perché siamo abituati ad amare. C'è sempre un po' di follia nell'amore. Ma c'è sempre un po' di ragione nella follia.
La felicità mi insegue. Ciò avviene perché io non corro dietro alle donne. Ma la felicità è donna.
In amore non essere un mendicante,
sii un imperatore.
Dà e resta semplicemente
a vedere cosa accade...
Credo che essere adulti sia una cosa difficilissima. È molto peggio degli esami all'università, perché non esiste una preparazione. Nessuno ti dice che un giorno, verso i vent'anni, tutti si aspetteranno che tu sia diversa. Che sia adulta. Con responsabilità come bollette e ipoteche e decisioni da prendere. C'è solo una cosa più difficile dell'essere adulta: essere un'adulta single.
Lo so che non dovrei dirlo. Ho letto un numero sufficiente di riviste femminili ipocrite per capire che, in quanto donna degli anni novanta, dovrei essere per definizione perfettamente a mio agio con me stessa, del tutto indipendente; autonoma in ogni sfera della vita, compresi i lavori di falegnameria; soddisfatta della mia carriera e mai a corto di soldi; in grado di affrontare qualsiasi critica; sempre contenta di migliorare la mia crescita spirituale.
Sono tutte stronzate. Negli ultimi sei mesi mi sono sentita come il bambino grasso che nessuno vuole nel gruppo. Oppure, se entravo nel gruppo, gli uomini che incontravo mi facevano venir voglia di correre, il più velocemente possibile, nella direzione opposta. Non dovrebbe essere importante, ma lo è. Perché dall'età di due anni, chiunque sa che giocare da soli è stupido. Non funziona. È noioso.
Che cosa ho imparato su questo momento di merda? Ho imparato che mi odio perché da solo sono solo io e nemmeno questo e com'è monotono essere monocorde-mono-ri-mortifer-or-ro-re.
Ho imparato a disprezzare le cose per se stesse e l'uomo hanshan che mi fa scopare non lo voglio. I i o. Io impazzisco un pomeriggio a pensare a questo modo, ancora una settimana sola alla fine e non so che fare di me stesso, ancora cinque giorni filati di pioggia fitta e freddo, voglio scender giù immediatamente perché l'odor di cipolla sulla mano mentre porto alle labbra dei mirtilli sul pendio della montagna mi ricorda improvvisamente l'odore degli hamburghers e cipolle crude e caffè e acqua di rigovernatura delle tavole calde del Mondo al quale voglio tornare senza indugio, per sedermi su uno sgabello con un hamburgher e accendermi un mozzicone di sigaretta col caffè, ben venga la pioggia sui muri di mattoni rossi, e poi ho un posto dove andare e poesie da scrivere sui cuori e non solo rocce. L'Avventura della Desolazione mi trova che trovo in fondo a me stesso nullità abissali peggiori persino di nessuna illusione. Ho la mente a brandelli.
Come può dirvi chiunque, non sono un tipo gradevole: non so nemmeno cosa vuol dire. Ho sempre ammirato i cattivi, i fuorilegge, i figli di puttana. Non mi piacciono gli uomini perfettamente rasati, con la cravatta e un buon lavoro. Mi piacciono gli uomini disperati, con i denti rotti, il cervello a pezzi e una vita che fa schifo. Sono loro che mi interessano. Sono pieni di sorprese. Ho anche un debole per le donnacce, quelle che si ubriacano e bestemmiano, che hanno le calze molli e il trucco sbavato. Mi interessano di più i pervertiti che i santi. Mi rilasso con gli scoppiati perché anche io sono uno scoppiato. Non mi vanno le leggi, la morale, le religioni, le regole. Non mi va di essere plasmato dalla società.