Scritta da: B. Summer
Vedeva che loro, in quella sala piena di gente, si sentivano soli.
dal libro "Anna Karenina" di Lev Nikolaevic Tolstoj
Vedeva che loro, in quella sala piena di gente, si sentivano soli.
Ancora molti anni dopo, ripensando a quello sguardo pieno d'amore con cui lei l'aveva guardato e a cui lui non aveva dato risposta, il suo cuore sarebbe stato trafitto da una tormentosa vergogna.
Era come se tutte quelle tracce del suo passato lo avessero afferrato dicendogli: "No, non ci lascerai, non diventerai un'altra persona, resterai quello che eri: coi tuoi dubbi, con la continua insoddisfazione personale, coi vani tentativi di correggerti, con le cadute e l'eterna attesa della felicità che non ti è stata data e che per te non è possibile".
Non c'era bisogno di chiedergli perché fosse lì. Era certa, come fosse lui stesso a dirglielo, che era lì per essere dov'era lei.
Lui aveva detto proprio quello che il suo cuore voleva sentire e che la sua ragione temeva.
Quando leggi il mondo non esiste più, puoi fingere che quello che stai leggendo sia assolutamente reale, o che la realtà semplicemente svanisca. Puoi essere tutto ciò che desideri in un libro.
La gente pensa che sia un dono avere qualcuno che ti ama, ma si sbaglia. Il vero dono è amare un altro come lui amava te. Conoscere quel tipo di amore.
Il desiderio è un telescopio meraviglioso. Il romanziere scrive con più sapore e stile sulle cose di cui ha sognato che su quelle che ha realmente fatto.
Ovunque uno vada, ovunque uno viva, può sempre piovere, certe sere.
Non ci si accorge che i morti se ne vanno, una volta che hanno deciso di partire. Non è previsto.
Al massimo li si avverte come un sussurro o come l'onda di un sussurro che si placa piano piano...