Molti prima di noi hanno vissuto, molti prima di noi hanno sofferto, molti prima di noi hanno amato, molti prima di noi hanno odiato, molti prima di noi hanno raschiato il fondo della loro anima... molti prima di noi hanno capito!
L'umana stupidità non ha limiti. Il nostro volere ci ha portati a desiderare sempre di più, a scombussolare i nostri ritmi tanto che non riusciamo più ad allinearci a noi stessi, a ciò che siamo, a ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Dimentichiamo come funzioniamo perché ci allontaniamo da noi, dagli insegnamenti nati con noi... Mi domando allora cosa c'è di meglio che ricominciare dall'inizio? Ancor prima di piangere abbiamo respirato, il ritmo è battuto dal respiro, il metronomo della nostra vita.
Accolgo il tuo abbraccio come pioggia in un arido giardino, respiro il tuo alito come ossigeno in un bosco in fiamme, chiudendo gli occhi guardo al mio fianco per godere della tua vicinanza.
Davvero credete che questo mondo sia nostro? Oggi gioiamo per ciò che ci dà domani piangiamo per ciò che ci toglie. Quando non è vero il contrario. Possiamo solo chinare la testa e guardare avanti. Se solo ci azzardiamo a voltarci e proviamo a rivivere il passato rischiamo il risucchio nostalgico. Possiamo armarci di positività e ottimismo ma l'artiglieria pesante della vita sorride di compassione. Possiamo credere di avere in pugno il nostro destino ma sappiamo che non è così, siamo schiavi della vita, prova ne sono le note di blues che ci accompagnano, parentesi di consapevolezza. Amo la vita! Serenamente apro e chiudo con attenzione le mie parentesi e coltivo il mio giardino convinto che del resto l'incoscienza, non è in assoluto una cattiva compagna di vita.
Piango per il mondo che vi offriamo, soffro se solo penso a quanto dolore trafiggerà il vostro cuore ma nelle mie lacrime è rinchiusa la speranza perché il mio respiro tende a voi consapevole che ciò che mi sapete donare rende immenso ogni attimo della mia vita, polvere al vento tutto il resto.
Talvolta la leggerezza del pensiero aiuta l'uomo a proteggersi dalla propria pesantezza, per lo stesso principio per cui la semplicità costituisce riparo per la sua complessità.