L'eterna ricerca della compagnia in grado di distrarci da ciò che siamo e da ciò che è il Mondo e la sua lotta per la vita. Per questo si resta con gli altri anche quando non si ha più nulla di interessante da dire, come se ci fosse mai stato qualcosa di realmente interessante da dire. Per abitudine. Per quell'atavico desiderio che ci spinge a tenerci compagnia, a parlare di sciocchezze, a ripeterci l'un l'altro che non c'è nulla oltre l'attimo.
Un vero artista non coglierà mai un fiore per donarlo a qualcuno o per osservarlo egoisticamente nell'oscurità della propria dimora. Un vero artista è consapevole che non c'è reato peggiore del privare il mondo della bellezza di un solo ed unico fiore.
Anche il più grande tra i misantropi, ogni tanto, un po' per noia e un po' per non si sa cosa, ricomincia a credere nelle persone. Poi però tutto finisce e l'odio ritorna. E il merito è tutto delle persone e del loro talento nell'esprimere tanto eloquentemente la loro infima natura.
Ci piace pensare di essere bravi in qualcosa; in realtà siamo mediocri in tutto. Ci piace pensare di essere sinceri con il Mondo e con noi stessi; in realtà siamo ipocriti. Ci piace pensare di essere altruisti; in realtà è solo egoismo mascherato. Ci piace pensare di essere figli del cielo. In realtà siamo nati nel fango.
Il dio degli atei si chiama ateismo. Il dio dei cristiani si chiama Dio. Il dio degli scienziati si chiama scienza. Il dio dei poeti si chiama poesia. In qualunque modo la si veda, non esistono atei. In qualunque modo ci piaccia pensare, è innegabile che l'essere umano abbia bisogno di un dio al quale appoggiarsi. I migliori, però, sono gli egocentrici, per i quali esiste un unico e perfetto dio: loro stessi.