Scritta da: Staff PensieriParole
Pubblicata prima del 01/06/2004
A chi vuoi credere? A me o ai tuoi occhi?
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A chi vuoi credere? A me o ai tuoi occhi?
Il matrimonio è un istituto meraviglioso, ma chi vorrebbe vivere in un istituto?
Io vorrei essere aiutata ma non a capire. Perché ho capito fin troppo.
Lei ansima, il collo torto verso il soffitto rotto, e lui la guarda. E forse la guardava così, con la stessa tenerezza, la stessa nostalgia, mentre facevano l'amore.
"Che palle, sta storia." Sta storia è la sua storia, la nostra storia, ma lui non vuole sentirla. Da piccolo era più curioso, più coraggioso, faceva qualche domanda in più. Guardava quel padre ragazzo, quella fotografia di Diego sul frigorifero, tenuta da una calamita, ingiallita dai vapori della cucina. Mi stringeva, mi restava addosso. Crescendo non ha più chiesto nulla. Il suo universo s'è ristretto ai suoi bisogni, ai suoi piccoli egoismi. Non ha voglia di complicarsi la vita, i pensieri. Per lui suo padre è Giuliano, è lui che lo ha accompagnato a scuola, che lo ha portato dal pediatra. È lui che gli ha dato quello schiaffo al mare, la volta che si è tuffato con poca acqua sotto.
Oggi so che in ogni frase pronunciata c'è l'anima di una domanda, allora temevo che in ogni domanda fosse contenuta una risposta che non sapevo riconoscere.
I tempi possono cambiare, ma ogni nonno può sedersi tranquillamente con qualsiasi membro della sua famiglia e dire onestamente: "Lo so. Lo capisco".
Fanno presto a puntarti il dito contro quando le cose non vanno come vogliono loro. Fanno presto ad offenderti quando le cose che dici non piacciono e non sono più quello che vogliono sentire. Troppo facile! E troppo comodo! Io non punto il dito, ma a chi me lo punta prima o poi regalo la "puntata" dell'intera mano si, ma sulla loro faccia!
Il matrimonio è quell'istituzione che permette a due persone di affrontare insieme difficoltà che non avrebbero mai avuto se non si fossero sposate.
Fin quando si alberga nel cuore di un vero amico, non ci si può sentire davvero finiti.