Frasi inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Se qualcuno non ci ha amati significa che non era pronto, che il problema era suo, a noi trovare la forza di rialzarci e di trovare di nuovo noi stessi prima di cercare subito qualcun altro che riempia quel vuoto, prendersi tutto il tempo necessario a rielaborare la perdita, a capire che non è colpa di nessuno se non ha funzionato perché a volte due persone sono troppo diverse o troppo uguali per stare insieme e a nulla servono i tentativi di cambiare l'altro per averlo come lo vorremmo, tu sei tu, l'altro è l'altro, è fatto così, accettalo poi si vedrà, oppure lascialo andare...
Non c'è modo migliore di amare che quello di viversi come persone, non come oggetti da possedere e da manipolare in base ai nostri desideri. Se ti amo veramente è perché io sono io e tu sei tu e anche quando ti desidero e per un attimo ti possiedo e sono posseduta da te, dopo devo essere capace di riprendere la mia vita e lasciare che tu riprenda la tua perché tu non sei più in me, tu appartieni a te stesso e io a me stesso e nonostante questo io non ti abbandono mai del tutto e tu non abbandoni mai del tutto me... vivere è rendersi conto che la fusione tra 2 persone è impossibile e anzi distruttiva, è superare questa paura di creare la propria vita indipendente da continue conferme, la paura di non trovare in se stessi niente di meraviglioso solo perché non c'è nessuno che sembra accorgersene... se non mi hanno amato abbastanza i miei genitori chi lo farà?, se non ti hanno amato abbastanza i tuoi genitori è perché non ne sono stati capaci, forse perché anche loro non sono stati abbastanza amati e allora questo amore che non è mai stato dato viene tolto da qualche altra parte, quasi come fosse una colpa da far ricadere sugli altri, e questa colpa grava e pesa come un macigno e rende sicuramente più lungo, doloroso e difficile trovare di nuovo se stessi, forse non basta una vita, forse non c'è un risultato da ottenere, si può solo migliorare e trovare qualcuno con cui condividerlo, "trovare", non cercare in modo morboso e bisognoso perché non è la compassione di un altro quello che vogliamo veramente, nessuna persona può accontentarsi di ricevere per sé questo tipo di amore malato, insano, che fa rimanere aggrappati alla vita dell'altro dimenticandosi della propria, dimenticandosi di stare bene con se stessi prima di tutto... aspettare con fiducia, accoglierla solo dopo aver ritrovato la pace, un'altra vita che nel frattempo si sarà preparata all'incontro con la tua, piena, ricca di significati diversi, da condividere insieme pur restando distinti, è come rinascere tante volte, amare è il coraggio di vivere accettando la separazione, non vivendola come un abbandono...
Un filo magico e invisibile che lega i due amanti c'è sempre, bisogna lasciarsi andare e imparare a sentirlo, imparare a vederlo, imparare a giocarci come un'altalena dove ci s'incontra, ci si scontra, ci si sostiene nel bene e nel male, ci si arricchisce e più scopriamo quanto siamo unici e degni di amarci, più siamo in grado di riconoscere il dolore e di dargli un nome, per liberarcene ogni volta che la ferita si riaprirà, più saremo in grado di dare agli altri la nostra comprensione e il nostro sostegno anche per la loro vita, rimarginare il nostro dolore della solitudine per rimarginare quello degli altri... perché quel filo in cui bisogna credere ci dà la sicurezza che non siamo soli nel nostro viaggio, anche se a volte ci sembra di sì... basta pochissimo per accorgersene ma ci vuole un'immensa fiducia in noi stessi e nella vita per crederci.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    "... E mi ritrovo ancora qui,
    a parlare al cielo.
    Ha le braccia grandi
    e il sorriso che sa di scintille.
    È vestito di tutto punto,
    è vestito di stelle.
    Fa paura questo gigante
    che mi accarezza la testa,
    che mi guarda vivere e non dice niente.
    E vorrei contarle le sue stelle,
    per conoscerlo meglio,
    per scoprirlo amico.
    Ma le stelle quante sono?
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Quando si pensa a un ente come alla più alta realtà senza alcun difetto "rimane sempre la questione se esso esista oppure no. "Chi ha parlato di Dio" ha parlato di un oggetto, che sta completamente al di fuori della sfera del nostro intelletto.
      Tutti gli sforzi impiegati intorno alla tanto famosa dimostrazione ontologica dell'esistenza di un ente supremo, dimostrazione tratta da concetti, sono sprecati. E un uomo, partendo da semplici idee, potrebbe tanto poco arricchirsi di conoscenza, quanto un mercante potrebbe arricchire il suo patrimonio, nel caso che, per migliorare il suo stato, volesse aggiungere alcuni zeri al suo fondo di cassa.
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