Scritta da: Stefano Del Degan
Gli uomini si vergognano non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono.
Commenta
Gli uomini si vergognano non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono.
Il dolore dell'animale che viene ucciso per essere mangiato, è molto più intenso del piacere che prova chi lo mangia.
Non vi sono alberi pari agli alberi di questa terra; in autunno le loro foglie non cadono, ma diventano d'oro.
L'amore dovrebbe essere simile al respiro. Dovrebbe semplicemente essere una qualità dentro di te: ovunque ti trovi, con chiunque tu sia, e anche se sei solo, l'amore continua a fluire dal tuo essere.
L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensi nel rappresentarle con novità.
L'uomo libero è come una nuvola bianca.
Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono.
Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione.
Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano.
Ogni volta che vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà, significa che stai facendo qualcos'altro in nome dell'amore.
L'uomo è dotato di intelligenza e di forza creativa per accrescere ciò che gli è stato dato; ma fino ad ora egli, invece di creare, non ha fatto altro che distruggere. Non c'è minima compassione ne per i boschi, ne per gli uccelli, ne per gli animali, ne per i propri simili... per nessuno. Bisogna essere barbari insensati per distruggere ciò che non possiamo creare.
Gli animali che vivono una vita semplice e libera non muoiono di fame, fra loro non si trovano ricchi e poveri, chi mangia molte volte al giorno e chi non ha da sfamarsi;
queste differenze esistono solo in mezzo agli uomini e tuttavia continuiamo a crederci superiori.
Non c'è bisogno di correre. Non importa cosa succede intorno a te, mantieni un passo pacato che ti permetta di rimanere in sintonia con la brezza gentile della meditazione.
E appena te ne dimentichi, ritorna in quello spazio, semplicemente e senza sentirti in colpa. Sii la quiete nella tempesta.