Scritta da: Staff PensieriParole
Perché quello che c'è tra noi merita l'attesa.
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Perché quello che c'è tra noi merita l'attesa.
Ci sono sostanze che si sprigionano nel cuore solo quando si è in compagnia di una determinata persona e non di un'altra.
Un calore timido fluiva tra di loro, sguardi che spianavano l'anima.
[...] a volte aveva l'impressione che si fossero trasferiti in un campo magnetico completamente diverso dal suo, in cui vigevano leggi e sentimenti (ma soprattutto assenza di sentimenti) che lei non riconosceva, un terreno ingombro di un filo spinato aggrovigliato in cui inciampava, vacillava, barcollava fino al ridicolo a ogni passo. [...] Sospirò, pensando a come mai negli ultimi anni si fosse specializzata nel cercare segni di vita negli altri.
Ma non ho mai incontrato una persona alla quale abbia desiderato affidare la mia anima. Ci sono dei geni a cui vengono date le tessere di un puzzle con l'immagine di un pappagallo e loro ne ricavano un pesce. Io ti ho consegnato un parassita e tu hai ricomposto un uomo. Usando gli stessi pezzi ma migliorandone il risultato.
Perché non ho dubbi che, se ci fossimo incontrati di persona, non saremmo riusciti a conoscerci nel modo in cui ci conosciamo. Io mi sarei subito sentito obbligato a sedurti, a scoprirti in quel mio modo rozzo, come se tu fossi merce in vendita. Pensa cosa ci saremmo persi, quante cose non avremmo mai saputo.
Ma con te non mi comporto in modo logico: solo in modo follemente logico. E non voglio nemmeno aspettare, perché il tempo con te è diverso. È circolare, e ogni momento si trova esattamente alla stessa distanza dal centro.
Come vorrei pensare a noi come a due persone che si sono fatte un'iniezione di verità, per dirla, finalmente, la verità. Sarei felice di poter dire a me stesso: "Con lei ho stillato verità". Sì, è questo quello che voglio. Voglio che tu sia per me il coltello, e anch'io lo sarò per te, prometto.
Ci siamo toccati ancora, guardandoci negli occhi. Uno sguardo diretto e tranquillo, molto semplice, tenendo conto dell'imbarazzo che di solito si crea in situazioni simili. Semplice come il bacio che si dà a un bambino quando viene a mostrarti una ferita. Il cuore si spezza al pensiero che si possa guardare così un adulto. [...] Vorremmo staccarci ma non ne siamo capaci, e negli occhi di entrambi si aprono altri schermi in profondità. Penso a come un attimo simile ricordi il momento della tragedia, dopo la quale niente sarà più come prima. E noi, debolissimi, ci aggrappiamo l'una all'altro per non cadere e vediamo, con strana e triste lucidità, la nostra storia. [...] Dal momento in cui ho cominciato a scriverti le parole sono sgorgate da un punto assolutamente nuovo, come se un seme fosse stato tenuto in serbo solo per un'amata particolare.
Penso che se venissi rapito, o sparissi senza lasciare tracce, e un investigatore tentasse di ricostruire la mia personalità solo in base alle testimonianze di chi mi circonda, non approderebbe a nulla. Ecco, anche questo ho imparato da te: vivo soprattutto in quello che non ho.
Tu devi, devi credermi. Io mi rivelo solo al secondo sguardo, o al terzo, mai a quello che effettivamente mi osserva.