Scritta da: kundera
Il respiro lento, la paura di essere letta dentro e non trovare ancora il coraggio di essere ciò che sono. Non voglio paura ma solo il coraggio di essere me stessa liberamente.
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Il respiro lento, la paura di essere letta dentro e non trovare ancora il coraggio di essere ciò che sono. Non voglio paura ma solo il coraggio di essere me stessa liberamente.
Il mare dolce conforto nei ricordi più dolci e dolce compagnia nei passi svelti di un'anima che nuota fra le sue onde senza fermarsi e anche se potrò affogare riuscirò a risalire, o almeno farò tutto il possibile per farlo. La sensazione che dal cielo possa cadere una speranza e possa con una carezza raccogliere le mie paure e trasformarle in dolci certezze.
Cieli perlati e profumo di libri raccontati da un vecchio saggio, stare all'ombra e in disparte per vedere nascere la primavera, raccogliere attimi e respirare la luce della luna che si specchia in un mare di esuberante profondità. Ho aspettato e le risposte sono arrivate da un coniglio parlante che rideva sopra un altalena di sogni che possono davvero volare se ci credi. Il vento mi sfiora i capelli e il profumo della mia pelle mi ricorda le dolci corse sui fiumi di cristallo. Non voglio più far finta di ascoltare il rumore dei miei pensieri perché tutto, ogni parola detta, ogni gesto fatto nel bene e nel male ritorna indietro a mostrare ciò che sono, realmente, e allora se non lo farò non potrò più abbracciare il sole perché la luna vedrà i miei occhi e capirà che il mio cammino non è stato vissuto secondo le mie scelte e secondo ciò che volevo ma secondo le scelte e ciò che volevano gli altri. E allora che vita è? Devo urlare per quanto è possibile e lottare perché anche la più piccola luce non si possa mai spegnere.
Fermarsi a pensare alla vita che va avanti, una vita che non aspetta di seguire il suo corso, non ti rincorre per dirti ciò che davvero senti di voler fare e se guardo dentro me stessa la paura delle volte mi gela da fermare i miei passi. Ma amo la vita e devo correre più veloce perché non ho fatto abbastanza per curare il giardino della mia anima. Non devo dare colpa al tempo che lentamente fa cadere piccole gocce di rugiada a distruggere le speranze. Devo rialzarmi ogni mattina e fare tutto il possibile, provare, magare anche sbagliare e non dare le colpe a chi accanto a me fà il possibile per non smettere di credere. Guardo le mie mani fredde che a poco a poco si riscaldano sempre di piu, stringo forte i pugni e urlo e penso che davvero posso essere l inizio di tutto ciò che voglio se davvero voglio.
Eri là, così vicino da sentirti il respiro, le tue parole lievi, il tuo sorriso e il tuo parlare sempre più veloce. Una lieve luce sul tuo viso nascondeva i tuoi occhi, e io in silenzio ad ascoltare il mio cuore riempirsi sempre di più di un sentimento forte e poi lento e le tue mani così fredde da non poter più percepire il tuo profumo. Cosa mi rimane? La dolce melodia di una canzone che mi avvolge come un abbraccio, dolcemente. Le lacrime hanno un sapore dolce che quasi mi trema il corpo perché non riesco a trattenere la luce che dentro mi fai nascere.
Lui è nel mio cuore e non riuscirò mai a toglierlo dalla mia anima e come se senza di lui la mia vita non fosse completa. Ma lui non potrà mai amarmi e questa è la realtà e ogni volta mi lascia senza respiro e le mie certezze crollano con la ragione. Avrei voluto stargli vicino quando era solo, avrei voluto vivere i suoi momenti di gioia e di dolore, avrei voluto esserci, essere presente. Vorrei non esistesse questo silenzio, vorrei non ricordare che la paura mi ha allontanato dal vivere veramente l'amore. E ora cosa sono per lui? Un ricordo tornato realtà che sta ferma li ad ascoltare che le sua vita è andata avanti con un'altra donna. Passerà, il tempo lenisce ogni cosa o forse non sarò mai capace di mostrargli tutto ciò che sento e ho sempre sentito. Ora ciò che mi ritrovo e una dolce musica jazz che finirà di suonare non appena tornerò e vedrò la realtà.
Vorrei che sentissi i miei passi uomo che si è staccato dalla mia mente, lontano da sentieri che non percorrerai più. Ti vengo incontro ma la volontà di ricominciare non ti sfiora il cuore. Vorrei, vorrei che venissi a toccarmi il corpo. La speranza mi rovina e devo allontanarla, lontano, dove nemmeno le piume delle ali di un angelo possono trovarla. Voglia di bagnare specchi sporchi attaccati ad un muro e dove non possa più guardare il mio volto. Credere in qualcosa che sta finendo di bruciare nell'acqua fredda di un mare di cristallo. Raggiungere un arcobaleno che si stacca da vortici di trasparente abitudine.
La vita che scorre, lacrime calde che scivolano sul mio viso, la luna nel cielo, il sole che riscalda il mio corpo. Desiderio di far l'amore, la lettera di un'amica che mi commuove, la dolcezza di una madre, il sorriso di un padre, la musica che ascolto, le parole, i silenzi, i pensieri, le fantasie, il mare e credere sempre di superare gli ostacoli senza dimenticare la luce stretta fra le mani.
Anima fragile e dolcezza che cresce in un attimo, la sensibilità di un bambino che raccoglie un fiore, il rumore di un'anima che cerca la luce. Una farfalla alla ricerca del suo prato, le ali dipinte di un sorriso sincero e la vita che può essere in un attimo nero o bianco. Il mare raggiunge la musica del mio sangue e sente i silenzi del mio cuore
Mi sento ancora dentro una palla di cristallo senza riuscire ad uscire da questa vita che a volte ci soffoca. Il vetro è spesso, duro, freddo. Non voglio più parlare, voglio solo ascoltare e non piangere più per ciò che ho perso.