Scritta da: milanoteca
Nell'era attuale del "tutto è dovuto", il "ringraziare" è un optional!
Composta lunedì 26 novembre 2012
Nell'era attuale del "tutto è dovuto", il "ringraziare" è un optional!
Il valore artistico è riconoscibile da chiunque sia dotato di sensibilità; lo percepisce anche quando non riesce a comprenderlo del tutto. I molti però si fermano al gusto e buttano via universi interi.
Molti fanno del bene solo per disperato bisogno di riconoscenza.
È sempre sconveniente entrare nella testa della gente.
Sono del parere che in certe persone il buono non esista, anche volendo cercare e scavare, con la pazienza, con il tempo, seminando del buono e coltivando speranza a nostra volta. Quando dopo tanto seminare nulla cresce ma al contrario si riceve in risposta tutto quanto ci sia di negativo, non è più una questione di ottimismo o pessimismo, semplicemente si è seminato in un terreno sbagliato. Essere pessimisti verso cose e persone è senza dubbio scorretto, ma perseverare laddove si ottiene il contrario di ciò che si semina, comprese cattiverie e umiliazioni, non è da ottimisti, è da stupidi!
Va bene che tutti ci contraddiciamo, ma qualcuno esagera in modo smisurato e preoccupante. Vine da chiedersi se se ne accorge o se è pura incoscienza.
Finché ci addosseremo gli errori dei padri e non spezzeremo le catene d'odio ma anzi, continueremo ad alimentare i livori e le offese con il desiderio di vendetta, non ci sarà mai pace.
Ci sono vecchie foto che riguardiamo con gioia, ci sembra di rivivere ogni cosa, osserviamo i nostri volti così "diversi", a volte non esteticamente, ma nella sostanza che solo noi percepiamo, e ci riconosciamo con altre sensazioni, altri gusti. Di alcuni vissuti avvertiamo nuovamente stati d'animo e profumi, ricordiamo ogni particolare, di come stavamo in quel preciso momento, prima dello scatto. Ci sentiamo sia vicini che lontani, in uno strano effetto spazio-tempo. Poi ci sono altre foto, quelle che scorriamo veloci, che vorremmo avere già buttato, che quasi ci infastidiscono, che ci imbarazzano per come eravamo, con le nostre sofferenze e le nostre ingenuità, di cui sentiamo ancora un disagio misto a vergogna, immagini rovinate da quegli attimi che vorremmo dimenticare, da storie che non ci appartengono più, come vecchie fotografie di cui ci è rimasto soltanto il negativo.
L'insulto che lanciamo dall'alto della nostra presunta moralità è quasi sempre preventivo; evita improvvisi incendi alla nostra coda di paglia!
Molti raccontano i loro dolori con l'enfasi di chi al mondo ha provato per primo i mali più grandi. Con un compiaciuto vittimismo nello sguardo, sottolineano anche l'eroismo o il privilegio di essere sopravvissuti; quasi come se gli altri, di disgrazie anche peggiori, non ne avessero mai avute!