Sai Vincenzo io mi ritengo un diesel.... per apprendere e capire qualcosa a fondo mi serve il mio tempo ma una volta che ho assimilato sono un fiume in piena, non mi ferma nessuno, il problema è che persone come te che hanno ancora la "pazienza" e la "voglia" di spiegare non ci sono quasi più, anzi devi avere la palla di vetro per immaginare, capire e applicare il pensiero di chi hai davanti. A volta un semplice esempio senza parolone altisonanti rendono il pensiero più difficile alla portata di tutti.
La sommatoria dei pensieri sono ricchezza nell'Umano che si confronta, mentre il tormentato e continuo scontro ristagna nel fango del “mortale” che crede di avere certezze.
Assolutamente no, il pensiero nella tua considerazione è qualcosa di estraneo alla persona, qualcosa di addirittura "innato".
Il pensiero non si vive, non è teoretico. il pensiero è VITA. non possiamo ritenerci noi, senza il pensiero, proprio perchè il nostro frequente ragionamento è in continua evoluzione su(o)pportato dalle nostre conoscenze e dal nostro insegnamento.
Basta poco per capire che il nostro pensiero ci appartiene ed è il metro della nostra conoscenza e dei nostri limiti.
Quando chiunque legge qualcosa o ascolta un discorso, lo può trovare in tre modi:
1)Ovvio ma ispirante, quando riordina concetti da noi già raggiunti
2)Ovvio ma annoiante, quando noi stessi abbiamo già perfettamente e (secondo nostri valori) esposto in maniera migliore un concetto.
3)Illogico e ridicolo, quando noi stessi non siamo in grado di capire un pensiero poichè lo stesso è nato da concetti o superiori o radicalmente diversi per provenienza.
Vincenzo ti ringrazio per le tue parole e concordo pienamente sul fatto che la totale conoscenza di una cosa la si ha solo dopo averla vissuta ma qui parliamo di pensiero e il pensiero non si vive si dice o scrive per condividerlo. Secondo me il pensiero e' la teoria della vita, ognuno poi lo tramuta in pratica.
Quello che sto dicendo, è che semplicemente, ciò che noi sappiamo è legato alle nostre esperienze.
Quando noi leggiamo qualcosa o ascoltiamo un discorso, possiamo non capire o capire il discorso dipendetemente da ciò che noi stessi abbiam già scoperto.
Non nasciamo "imparati" ma siam vittime delle nostre natalità, esse nascono e possono essere comprese solo quando le abbiam già partorite. Chi non è pronto, non capirà mai una determinata idea leggendola senza spiegazione alcuna, dovrà per forza essere erudito dalla conoscenza portata attraverso considerazioni personali e/o dialoghi.
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