Sono al sicuro come da nessuna altra parte al mondo. Quando sono arrivato quaggiù, sprovvisto di denaro e di credenziali, è stato come arrivare alla fine dell'arcobaleno, nel luogo lontano baciato dal sole che appartiene ai sogni di tutti. Era tutto quello che desideravo dalla vita: semplicità, una spiaggia, la pace.
Ma la pace si è trasformata in noia e solitudine. Per questo ho iniziato a scrivere queste memorie, che sono presto diventate una missione tormentata, specialmente quando mi rendevo conto di non riuscire a raggiungere l'assoluta verità. Non per mancanza di onestà, ma perché la verità è difficile. I pazzi pensano che sia una cosa semplice, ma io so quanto è difficile. I fatti che ho raccontato sono veritieri, ma i fatti e verità sono cugini, non fratelli. Mi sono imposto una razionalità per smascherare la verità. Vivendo da solo, leggendo con voracità, scrivendo queste memorie, ho riflettuto molto, e sono giunto alla conclusione che il costante, basilare pensiero dell'uomo sia rivolto alla sua mortalità, comunque appaia in superficie. Quando ci si preoccupa di vivere, in realtà si sta pensando anche alla morte, perché le due cose sono intrecciate.
E pensare è sempre una condanna.
Composta sabato 8 ottobre 2011
dal libro "Come una bestia feroce" di Edward Bunker
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