Non basta, non basta esserci. Troppo comodo prendere ciò che ci viene concesso, non si sa da chi, non si sa perché e portarlo sulle spalle, come un sacco, colmo non si sa di che cosa. È che quel sacco va riempito, non di tutto, non di niente, ma di poche cose, dell'essenziale. Riempito di sogni perché è di nuvole che siamo impastati, non di carne e di ossa, né di pietre, immutevoli, immutate. Siamo intessuti di molecole oniriche, di silenzi e di passioni, di sguardi nascosti e rubati all'evidenza. Siamo pennellate sfumate su una tela, bianca, pura, noi il pennello, noi il colore, mai uniforme, questo è il segreto. Ho riempito il mio sacco di nebbia, ho colorato la mia tela di infinite sfumature e l'ho imbrattata. Mi riconosco in ogni colore e in ogni viso che ho incontrato, ogni cosa mi appartiene, è me, anche il meglio, soprattutto il peggio. Fastidiosa come una seduta scomoda, ma leale, è tutto quello che posso offrire: verità e sogni.
Composta domenica 18 dicembre 2011
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