Sulle montagne viveva un cervo molto vanitoso. Ogni volta che passava vicino ad
una pozza d’acqua non perdeva l’occasione di specchiarsi.
- Come sono bello! Ho un muso elegante, e le corna, poi, sono meravigliose.
Nessun cervo ha le corna più slanciate e maestose delle mie! -.
Erano proprio le sue corna che lo rendevano fiero. Aveva anche gambe lunghe e
snelle, ma a quelle non badava, perché anche i suoi simili le avevano uguali.
Ma venne il giorno in cui dovette accorgersi quanto fosse sbagliato il suo modo di
ragionare.
Era l’alba, e il cervo stava pascolando in una radura quando udì alcuni spari lontani
lontani e subito dopo un abbaiare furioso. Stavano arrivando i cacciatori! Vi fu un
fuggi fuggi generale ed anche il cervo si mise a correre per nascondersi nel bosco. I
cani, intanto, fiutata la sua presenza, lo inseguivano cercando di raggiungerlo.
- Presto, gambe mie! – pensava fra sé il cervo.
- La mia salvezza dipende da voi! Correte veloci! -.
Le zampe del cervo facevano il loro dovere e lo portarono velocemente fino al bosco.
Ma mentre correva, le sue corna si impigliarono tra i rami bassi di un albero ed egli si
arrestò di colpo.
Si udivano i cani abbaiare sempre più vicino. Allora il cervo, preso dal terrore,
incominciò a scuotersi e a dimenarsi per liberare le corna impigliate nei rami.
Inutile! Più tentava di liberarsi, più quelle si intrecciavano con i rami; ed i cani si
avvicinavano sempre più! Allora il cervo capì che quelle corna avrebbero provocato
la sua rovina, perché per causa loro i cani sarebbero riusciti a raggiungerlo.
Riduzione da Esopo, Le più belle favole degli animali
Qual è la morale di questa favola?
Se non ti soddisfa questa conclusione, puoi cambiarla a tuo piacere, magari facendo
in modo che il cervo si salvi, ma impari la lezione, in modo che sia sempre presente
l’insegnamento che vuole trasmettere
Per l’insegnante
Ecco un’altra indicazione su una favola dal finale amaro, che può essere manipolata
dai bambini:
· La cicala e la formica, J de la Fontaine, Favole
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