Commenti a "Ogni Dannato è arso vivo, internamente, da..." di Federica Astolfi
11
postato da Federica Astolfi, il
segnala abuso
10
postato da Federica Astolfi, il
Errata corrige:
In risposta a bea-flando, commento #6: nel commento #5 ho scritto <<credo che all'incirca tutti esperiscano le stesse cose, in base al come (le si esperisce) ognuno ne ha (ossia "ha delle stesse cose") una cognizione propria (personale e dunque qualitativa e non quantitativa, in riferimento alla mia negata "tanta cognizione")>>. Ho preferito utilizzare il termine "esperire" piuttosto che "sperimentare" perchè quest'ultimo implica la ricerca della conferma a ciò che deve essere accertato presupponendo uno studio delle variabili (dipendenti o indipendenti) finalizzato a scartare un'ipotesi o a renderla teoria, escludendo quella caratteristica tipica di tutto ciò che accade in maniera inaspettata o comunque impreparata nella casualità dei singoli eventi di vita soggettiva.
9
postato da Federica Astolfi, il
In risposta a bea-flando, commento #6: nel commento #5 ho scritto <<credo che all'incirca tutti esperiscano le stesse cose, in base al come (le si esperisce) ognuno ne ha (ossia "ha delle stesse cose") una cognizione propria (personale e dunque qualitativa e non quantitativa, in riferimento alla mia negata "tanta cognizione")>>. Ho preferito utilizzare il termine "esperire" piuttosto che "sperimentare" perchè quest'ultimo implica la ricerca della conferma a ciò che deve essere accertato presupponendo uno studio delle variabili (dipendenti o indipendenti) finalizzato a scartare un'ipotesi o a renderla teoria, escludendo quella caratteristica tipica di tutto ciò che accade in maniera inaspettata o comunque impreparata nella causalità dei singoli eventi di vita soggettiva.
8
postato da yeratel, il
Federica, il dannato non può essere combustibile e comburente... ad esempio se io compio un gesto ritenuto "errato" è perchè ha recato danni ad altre persone... quindi io sono il "comburente" e le persone danneggiate sono il combustibile...
con questo vorrei asserire che per essere "dannati" bisogna "infastidire", infrangere i canoni di "pace" altrui.... di conseguenza per "ardere" di fuoco personale generato da "cattiverie o fastidi" fatti da mè, dovrei farli a mè stesso... in conclusione i casi sono 2: 1)Se dovessi farmi "cattiverie" per poi ardere di peccati fatti su di mè sarei scemo. 2) Se dovessi ardere per peccati fatti a mè stesso ad altrui persone non interesserebbe niente in quanto non ho commesso nessun tipo di peccato nei loro confronti... e non recando "danno" a nessuno non vedo motivo di condanna.
Intuisco più colpa in un gatto che passa la vita a cacciare topi... questa sì che è una colpa.... o un cane che continua a perseguitare gatti... dal punto di vista del gatto ciò che fà il cane è poco "ortodosso"... Concludo con un interrogativo: chi è, e, come si fà a stabilire chi sia il dannato che meriterebbe o che condanniamo ad essere arso incessantemente da flebili fiamme???
Lo riconosceremo forse dalla sua pupilla di fuoco nero??? sì quando è già bruciato... e se poi non ha la pupilla di fuoco nero???
7
postato da Violina Sirola, il
Vedi Federica, partendo dal presupposto che Ungaretti intanto scriveva " si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" perchè era al fronte, ergo: tu non puoi aver scritto quello che hai scritto se....