Commenti a "Il maestro non insegna il sapere, ma il modo..." di Francescopaolo Calciano


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Bea-flando Leggo solo ora il tuo comm.#56. Ti dai sola risposta al comm. #57. Per maggiori approfondimenti rileggere il comm. #43 dil Klò e la mia risposta al comm. #50.
In altre parole: la moderazione non colpisce affatto la volgarità o il turpiloquio!
Sbaglio nel dire che è una cosa quanto meno surreale o Stravagante?
Ora vedi, io purtroppo non ci arrivo, ma supponiamo che nel tuo caso la parola che ha generato il blocco era, ad esempio, aperto (seguendo la logica dei doppi sensi potrebbe essere...), che fai? Da ora in poi ti metti a scrivere: "Ho a(pe)rto il chi(us)o del mio c+uore"? Ma insomma! Siamo seri! Dai!
E' molto più facile scrivere una frase sconcia senza incorrere nella moderazione che non scriverne una assolutamente lecita come la tua! E' lì il paradosso che, a quanto pare, risulta evidente solo a me!
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Molto interessanti tutti i commenti.seguo con attenzione lo svolgersi dei commenti di tutti.grazie.
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Bea-flando: dal tuo intervento del 29/06 ore 00:43:23 mi sembra di intuire che un tuo precedente commento è sottoposto a moderazione. Se è così lo leggerò appena disponibile. Nel frattempo, prendendo spunto anche da un tuo intervento su altre pagine, vorrei meglio precisare qualche dettaglio.
Il commento sottoposto a moderazione non subisce una vera e propria censura nel senso che, una volta pubblicato, lo stesso è assolutamente integro nei contenuti e quindi è possibile leggerlo esattamente così come l'autore lo aveva inserito. Anzi, ricordo di alcuni casi in cui lo Staff si prendeva pure la briga di correggere alcuni link che l'autore del commento aveva inserito con una errata ortografia informatica. Quindi non contesto nessun intervento censorio sul testo del commento, visto che se mai c'è stata una modifica operata dallo Staff, tale intervento era finalizzato a rendere il commento stesso pienamente fruibile.
Quello che io qui contesto è il metodo con cui i commenti sono sottoposti moderazione. Marco Panizza, nella sua infinità generosità, lo ha definito medievale. E' peggio! E' primitivo! E' preistorico!
L'applicazione di tale metodo dà luogo a due principali effetti. Il primo e più immediato effetto è l'attesa fastidiosa cui bisogna sottostare perché, ad esempio, commentando una poesia di Pavese, ti viene in mente la malaugurata idea di citare la Signora in Nero che "verrà ed avrà i tuoi occhi" oppure, peggio ancora, ti permetti di ricordare le modalità con cui Pavese stesso ha deciso di lasciare questa terra. (Da notare che ho evitato accuratamente le due magiche parole chiave...)
Il secondo effetto è sotto gli occhi di tutti: è l'auto-censura! E' l'autore stesso del commento che castra le proprie parole!
Quando arrivai su questo sito notai, tra i primi, proprio un tuo commento, Bea, in cui scrivesti la parola "mor*te" e, come poi ti confessai, mi feci di te l'idea di persona che per superstizione e scaramanzia non osava scrivere quella parola con la grafia esatta. Frequentando il sito e imparando a conoscerti oggi so perfettamente che quell'idea era del tutto sbagliata. Ma mi ci ho messo un po' per capire...
Spero di aver quindi chiarito che parlando di censura dei commenti ho sempre inteso riferirmi al mix derivante dai due effetti  sopra citati e mai ho inteso evidenziare operazioni illegittime operate sui contenuti dei commenti stessi.
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Questa volta, staff , non ho capito cosa mi avete cesurato, forse ho fatto un errore di ortografia o mi è stato censurato il concetto?
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Impenitente, ti applaudo anch'io ma non puoi misurare tutti con il tuo metro di onestà intellettiva e, poichè il sito è aperto a tutti, non tutti scrivono  per amore della parola, anche se volgare ma detta con arte.
Ci sono alcune persone che usano la parola per puro protagonismo di sfida, tipo le parolacce scritte sui muri. La loro sfortuna, in questo sito, è quella che non hanno interesse a capire come potrebbe passare una frase oscena e come scriverla in grassetto eccetera eccetera.

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