Commenti a "Capisco perché i dieci comandamenti sono tanti..." di Konrad Adenauer
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da Giuseppe Freda, il
Certo, solitudine, tormento interiore, fino alla soglia del timore di non riuscire a farcela... Ma io non credo che bastino.
Rol era un predestinato. La sua solitudine derivava da ciò che lui era, non viceversa. Era, semplicemente, un uomo nuovo.
E' interessantissimo, e semplicemente grandioso, che "ciò che egli era" gli impedisse di fare il male, e lo conducesse invece in aiuto degli altri. Questo è l'aspetto più importante della faccenda. Insieme alla filosofia che ne derivava.
Da qualche giorno ho postato su questo sito una "frase" di Rol, che tra breve sarà pubblicata
www.youtube.com/watch?v=Zj5FbtQYGKM
Vedi, mio CARO amico che di tanto in tanto preferisci un incognito che ben riconosco, io ho già vissuto direttamente questa esperienza, la bellezza di 32-36 anni fa. Poi, ho dovuto "rientrare nel mondo", e tenere tutto per me. Mentre quel "tutto" andava avanti, sperimentando nuove forme, nuove manifestazioni, interiorizzando, nell'apparenza di una perfetta "normalità", illuminazioni, contatti e conoscenze del tutto svuotati di ogni fenomenologia materiale. Un succo che riesco a riconoscere lontano un miglio, dovunque si trovi, perché non ne sono assolutamente l'unico depositario; ed anche a dare, e per di più senza che la gente neanche se ne accorga, perché il tutto avviene a livello del tutto inconscio. Ma chi è dalla parte della verità, mi riconosce. Anzi: riconosce l'onda lucida e potente della voce che parla.
Io, che al confronto sono meno che niente, ho detto quanto ho appena detto, a comprova di quanto da me sopra asserito al commento 25.
Senza alcuna... pietà. : )))
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postato da Conte Mascietti, il
Non ho mai detto che fosse un prestigiatore...... dal momento che non faceva nulla riconducibile ad un illusionista comune. Ma ricorda che Rol, quello che è riuscito a realizzare, lo ha ottenuto principalmente grazie ad una profonda solitudine. Quindi "ASSENZA".
Si ritorna sempre lì.
" E' soltanto solo, sperduto, muto, a piedi che riesco a riconoscere le cose".
Questo lo disse Pasolini.. che non era un prestigiatore, ma il suo modo di vedere la vita
ha anticipato gli eventi di quarant'anni.
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postato da Giuseppe Freda, il
Io non nego che la ragione costituisca un problema: che lo sia mi appare evidente, per il semplicissimo motivo che le cose migliori (o peggiori, ma comunque sempre originali, e quindi in ogni caso migliori) le ho fatte ed ottenute quando non l'ho usata.
Tuttavia, non vi ho mai rinunziato; anzi, mi ci sono aggrappato sempre, con tutte le mie forze. Perché? Perché senza zavorra i voli in pallone non sono consigliabili, salvo si voglia che il pallone voli via e scoppi. E ne ho visti tanti, scoppiare...
Invece, con la ragione in tasca hai una bussola che, anche se ti trovi nel regno delle ombre, ti aiuta in ogni istante a capire dove sei e ad andare dove (realmente) vuoi.
Ciò è utile soprattutto quando si esplorano certi territori sconosciuti (parlo delle esperienze extrasensoriali: ESP) in cui si rimane privi di sicuri punti di riferimento.
Chi quei territori li ha frequentati sin dalla più tenera età per sua propria natura, sa bene cosa voglio dire, e quanto un uso SEMPLICE della ragione sia essenziale a mantenere l'equilibrio mentale.
Per questo motivo mi spiace, ma non concordo su quanto dici (per puro spirito di contraddizione) su Rol. Non era un prestigiatore, ma un Maestro, come può ben comprendere chiunque abbia (come taluni) varcato certe soglie.
Lo so bene che i problemi aumentano, e che è rasserenante pensare di potersene disfare; ma se ci vedi, puoi chiudere gli occhi per un po'; poi però li riapri, e non puoi non continuare a vedere.