Commenti a Nei meandri della ragione di Giuseppe Freda
20
postato da Giuseppe Freda, il
segnala abuso
19
postato da Giuseppe Freda, il
Vincenzo, io ti sto parlando di esperienze spontanee, di percezioni vere e proprie.
Un bambino "normale" filtra le sue sensazioni attraverso un vissuto comune a tutti, perché impara ad utilizzare i suoi cinque sensi e a vederli normalmente comuni a tutti.
Pensa che questo, sin dall'infanzia, non ti sia accaduto: pensa cioè di avere avuto, sin dalla prima infanzia, percezioni che non potevi condividere con nessun altro, per il semplice motivo che gli altri non le avevano. Cioè un sesto, e anche un settimo senso.
Pensa poi di aver lentamente fatto un’ulteriore esperienza: quella di avere una sorta di magnetismo nei confronti della gente, ed insieme una sorta di potere… potenzialmente distruttivo che dovevi ad ogni costo tenere a freno.
Pensa di essere stato sottoposto a test psicologici che abbiano dato due esiti: QI molto superiore alla media (in presenza tuttavia di tempi di esecuzione brevissimi, e di risposte “semplici” sbagliate! Risposte senza le quali sarebbe schizzato a valori “assurdi”) e contemporaneamente personalità assolutamente non classificabile, perché rientrante allo stesso tempo in diverse tipologie.
Fatti ritenuti assurdi dalla medicina ufficiale.
Unisci sensitivi che ti riconoscono al solo vederti. Unisci una percezione "tattile" di alcune persone (quelle poche come te stesso) a circa 8 metri di distanza, come se fossi circondato da una sorta di cupola protettiva del diametro di 8 metri, distanza cui giunge la tua percezione “tattile”, come se tu FOSSI una cupola di 16 metri di diametro. Unisci esperienze medianiche sconvolgenti per altri, ma assolutamente normali per te. Unisci contatti telepatici con terrestri e non, anch’essi muniti di prove (di realtà) inconfutabili. Unisci la percezione, di una chiarezza estrema, di alterità spirituali superiori.
Mi pare normale che un ragazzo (e poi un uomo) che abbia di queste esperienze senta tre necessità: la prima, sdrammatizzare (con la pratica della vita e dell'ironia!); la seconda, trovare il massimo appiglio razionale possibile; la terza, cercare di capire quello che gli succede. Capire perché è "diverso", e da che derivi questa diversità.
Immagina che poi, in questo ultimo ambito, tu abbia scoperto finalmente di che si trattava: che abbia trovato nel tempo risposte esaurienti a quelle apparenti anomalie. Risposte, ancora una volta, non teoriche; ma vere e proprie percezioni ulteriori, insieme alla prova ricorrente di possedere poteri sconosciuti e sotto alcuni aspetti terribili, e alla maniera di tenerli sotto controllo. Tra questi poteri, quello di "accendere" nuovi ripetitori. Senza parlare o convincere, ma solo con la presenza fisica, nel raggio di diverse centinaia di chilometri.
Capirai che una persona così vive le sue cose personali per assoluta necessità, non per scelta: per il semplice motivo che se non le vivesse, o le reprimesse, non sarebbe se stesso, e, letteralmente, imploderebbe.
Non si tratta dunque di alcunché di filosofico, nè di fede alcuna; si tratta solo di vita normale di una persona... "diversa".
Quanto alla faccenda dei ripetitori, si tratta di un mutamento epocale, e non è necessaria l'adesione dei terzi. Per tentare di spiegarmi meglio, la rete di ripetitori riceverà e trasmetterà istantaneamente un segnale che aprirà gli occhi ai "ciechi". E la luce, cioè la forza della percezione, sarà tale che non tutti riusciranno a sopportarla. Ma chi la sopporterà, non potrà negare ciò che vede e sente con la massima evidenza.
Queste cose non le so solo io, ma chiunque sia sulla mia stessa sintonia. Sono pochi (in una proporzione da 1/1.000000 a 1/100000); ma sempre di più. E alla copertura totale del pianeta ci siamo quasi.
Non credere tuttavia che io ci creda al cento per cento, soprattutto quanto ai tempi. Potrebbe essere subito, potrebbe ancora tardare. Si combatte una guerra, una guerra vera, sopra le nostre teste. So bene, perché la MIA vita me lo ha insegnato, di muovermi su un territorio sconosciuto, privo di punti di riferimento. Dove mi trovo io, non ci sono mappe e carte geografiche che indichino la via. Spesso non c’è neanche abbastanza luce per poter guardare la gente in faccia, e sapere se davvero chi ti parla sia con te. o sia invece contro di te.
Ma è naturale che io abbia l’antidoto anche per questo. Perché certe cose da cui devo astenermi in questo universo posso e devo ben adoperarle nell’altro… : ))))
Tuttavia è un antidoto solo o quasi solo personale.
In effetti siamo solo agli inizi, e io vedo sì, ma solo barlumi, ombre; sufficienti però a poter dire: è qui la risposta, è qui che bisogna cercarla. E a poter aggiungere: la risposta certa e definitiva sicuramente verrà. Lo scatto evolutivo E’ INIZIATO.
Insomma, Vicié, non posso che dirti, con Shakespeare:
Ci sono più cose in cielo e in terra, di quante ne sogni la tua filosofia.
Ma lo dico anche a me stesso, che credi. Lo so bene di vederci poco.
Ho però un occhio nella terra dei ciechi.
18
postato da Giuseppe Freda, il
Nella mia pagina personale figura un commento in più, che probabilmente è tuttora sotto censura. Presumo si tratti della risposta di Alessandro al mio commento precedente (ha sinora risposto a Vincenzo, ma non a me), e per questo motivo ho preferito attendere. Tuttavia i tempi del censore sono veramente biblici... dunque comincio con l'inviare la mia risposta a Vincenzo (già pronta da ieri sera); poi si vedrà circa questo quarto commento che risulta nella pagina personale, ma non si vede nel post (e che purtroppo quando si vedrà sarà indietro a molti altri).
17
postato da Giuseppe Freda, il
E.. quando dico carissimo amico, dico la verità sacrosanta. : ))))))))))))))))
16
postato da Giuseppe Freda, il
Vincenzo, io varie volte ti ho adombrato queste cose, ma tu eri troppo preso...
Tienilo per certo d'ora in poi: uso la razionalità solo quando non si apre la valvola del doppio carburatore, anzi quella del motore a reazione.
Quella è una valvola che posso aprire solo con chi ha non orecchi, ma antenne per intendere. E Alessandro le ha.
Ma queste cose non sono filosofia: per me è esperienza, è vita vissuta. Come faccio a parlare del "Sarchiapone" a uno che non lo ha mai visto?? : )))))
Quanto alle 3 o 4 persone, e ai 10.000, sei lontano dalla realtà.
Tu vedi la TV e usi il cellulare per via di un ripetitore. Quel ripetitore serve - poniamo - diecimila persone. Quando sarà completa e pronta la rete dei ripetitori, passerà il segnale: e tutti o vedranno, o... spariranno.
Questo è l'ultrauomo, Vicié.
E' un fatto planetario, e non bisogna convincere nessuno.
Così ti ho risolto il paradosso, e i conti tornano, carissimo amico mio.
Un altro libro da leggere: SLAN (edito anche come il segreto degli Slan), del profeta (perché tale è stato) Alfred Elton Van Vogt.